Concorrenza e analfabetismo funzionale
Per il M5s aumentare il numero dei notai vuol dire far loro un favore
Peggio delle fake news c’è solo l’analfabetismo funzionale, ma le due cose non necessariamente si escludono. Sul Sacro blog è comparso un post intitolato “Buone vacanze dal Pd: il partito delle lobby #DdlConcorrenza”. Il post, firmato MoVimento cinque stelle, elenca i presunti “favori alle multinazionali” contenuti nel provvedimento sulle liberalizzazioni licenziato la settimana scorsa dal Senato. Non solo ogni singolo punto contiene inesattezze quando non palesi falsità, ma ve ne sono alcuni che strapperebbero un sorriso se non provenissero da una forza che si candida al governo del paese. Parlando di favori ai notai, i grillini accusano l’esecutivo di volerne aumentare il numero: “Viene aggiornato il criterio che determina il numero dei notai sul territorio nazionale: si passa da un notaio ogni 7 mila abitanti a uno ogni 5 mila”. Per quale ragione al mondo avere più notai sul territorio nazionale dovrebbe essere un favore alla professione? Non serve un dottorato in Economia ad Harvard, e neppure una laurea in Giurisprudenza alla Federico II di Napoli, per capire che – specialmente in un contesto molto regolamentato – più cresce il numero dei professionisti, più la concorrenza funziona a vantaggio dei consumatori. Non è un caso se i notai stessi hanno avversato la norma. Ugualmente surreale è l’accusa che il M5s rivolge al Pd di aver affossato la possibilità di costituire una srl semplificata con scrittura privata e senza la ceralacca notarile. Accusa condivisibile e che il Foglio fece propria a tempo debito, cioè quando un anno fa era in discussione in Parlamento, ma che appare ipocrita e fuori tempo massimo oggi e in bocca agli esecutori materiali del delitto: tra gli emendamenti soppressivi della riforma, infatti, non mancava quello a firma di Vito Crimi.