Così Raggi spera di evitare il fallimento di Atac
La procedura di concordato in bianco partirà ufficialmente con l'approvazione di Giunta e Assemblea comunale. Il sindaco parla di "rivoluzione", ma ci sono diverse criticità
Il consiglio di amministrazione di Atac ha approvato il concordato preventivo che, secondo il numero uno dell'azienda, Paolo Simioni, sarà il primo passo per il risanamento della società dei trasporti pubblici di Roma. Il Cda ha già informato in Campidoglio per convocare l'assemblea dei soci. La "procedura di soluzione della crisi", dice il comunicato dell'azienda, sarà seguita da un advisor finanziario e industriale, la società di consulenza Ernst Young. Che settembre sarebbe stato il mese decisivo per l'Atac si era intuito dopo la nomina del mese scorso del nuovo assessore al Bilancio, Gianni Lemmetti, che aveva già seguito il concordato preventivo dell'azienda dei trasporti pubblici di Livorno, dove copriva la stessa carica prima di essere arruolato da Virginia Raggi. Sull’azienda dei trasporti romani incombe la legge Madia, che impone la procedura fallimentare per le municipalizzate con più di 500 milioni di debito (e Atac ha 1 miliardo e 300 milioni di debito).
Dopo il passaggio formale in Consiglio comunale, la Giunta di Virginia Raggi dovrà emanare una delibera in cui spiega i motivi per cui il Comune ha optato per il concordato preventivo. L'iter avrà inizio solo dopo il via libera dell'Assemblea capitolina, dove la Raggi potrebbe faticare a ottenere il sostegno necessario. Le opposizioni hanno già accusato il sindaco di imporre dall'alto le sue decisioni. "Il proprietario di Atac è l'Assemblea Capitolina non la Giunta", accusa Stefano Fassina, deputato di Sinistra italiana e consigliere di Sinistra per Roma.
D'altra parte, il sindaco accoglie con toni entusiastici l'avvio del concordato preventivo. "Parte la rivoluzione che trasforma la più grande società pubblica di trasporti d'Europa", ha commentato su Facebook Raggi. "Atac deve rimanere pubblica. Atac deve rimanere di noi tutti. Finalmente, inizia una nuova vita per Atac". Secondo il sindaco, il concordato in bianco – l'ultima possibilità di evitare il fallimento dell'azienda – andrà avanti senza intoppi e, anzi, porterà a un potenziamento del sistema dei trasporti cittadino. "Si avvia un percorso di rinnovamento totale dell'azienda di trasporti di Roma con un obiettivo chiaro: migliorare le linee, rinnovare la flotta degli autobus, la metropolitana; ridurre i tempi d'attesa; dare ai cittadini i servizi che meritano; tutelare i dipendenti onesti". "I lavoratori onesti non hanno nulla da temere. Non credete alla propaganda di chi vuole far fallire questa azienda", ha continuato Raggi.
Per la verità, restano diverse incognite sull'avvio della procedura fallimentare. Dice Fassina che "il bilancio del 2015, l'ultimo approvato, indica un debito di 1 miliardo e 350 milioni a fronte di crediti per 1 miliardo e 266 milioni verso la Regione Lazio (quasi 650 milioni), in particolare della ex Giunta Polverini, e verso il Comune di Roma (381 milioni). La Giunta Raggi ha perso un anno di tempo con una girandola di amministratori, prima nominati e poi rimossi senza alcuna spiegazione. Portare Atac al fallimento è una scelta politica della Giunta Raggi".