Dimon e un discorso scivoloso sul denaro
Le tesi sbagliate del capo di JP Morgan sui difetti dei Bitcoin (che ci sono)
Secondo il capo della prima banca americana, Bitcoin è una truffa e in definitiva è destinato a saltare in aria. Per Jamie Dimon, capo di JP Morgan, la moneta digitale è stata utilizzata solo da rivenditori di droga, assassini e persone che vivono in luoghi come la Corea del nord e se i suoi trader la usassero li “licenzierebbe subito” perché “è fuori dalle nostre regole ed è stupido”. Probabilmente non c’era modo più scivoloso per approcciare la questione da parte di un banchiere.
Bitcoin è una valuta virtuale che è emersa dopo la crisi finanziaria. Consente alle persone di ignorare banche e processi tradizionali di pagamento per pagare beni e servizi. E’ usato per circa 69 mila transazioni al giorno nel mondo, contro un totale di 274 milioni di pagamenti elettronici soltanto in Europa – non dilaga ma è in espansione. Concentrarsi sul fatto che l’anonimato della moneta virtuale avalla o consente l’acquisto di droga, armi, e incentiva affari illeciti e ruberie è una considerazione che attiene alla sfera etica, sfera dalla quale il denaro è estraneo. In fondo Pablo Escobar sotto terra teneva pacchi di dollari – in èra pre-Bitcoin. Quale banchiere è stato accusato di concorso in spaccio di stupefacenti perché un cliente appena prelevato a un bancomat ha comprato droga? Nessuno. La colpa non è del denaro, ma di colui che lo usa in modo illecito.
Ciò non vale per la moneta elettronica, pare. Charlie Shrem, ex ceo di BitInstant, una piattaforma di scambio, è stato arrestato con l’accusa di vendere Bitcoin che venivano usati da altri (anche) per comprare stupefacenti in modo anonimo su Silk Road, una piattaforma di compravendita il cui fondatore, Ross Ulbricht, fu condannato all’ergastolo. Quella che Braudel chiamava la “giungla capitalista” è contro la creazione di imprese con affidabilità e longevità tali da competere col Sovrano, stato o Banca centrale. Le monete elettroniche hanno di certo difetti: dipendenza dal funzionamento delle reti informatiche, alta instabilità, mancanza di regolamentazione, il rischio che il cyberspazio diventi un rifugio off-shore per un’élite finanziaria globale. Ma fare un discorso intorno al comportamento umano è controproducente per un banchiere. JP Morgan, per dire, ha pagato 2,6 miliardi di dollari al governo americano e alle numerose vittime del truffatore Bernard Madoff per non avere riferito alle autorità i sospetti sul suo operato.