La buona notizia del "metodo Ema"
Governo e forze politiche uniti per una partita italiana ed europea
Secondo una ricerca dell’European Medicines Agency ripresa ieri dalle agenzie di stampa, più di due terzi degli attuali lavoratori dell’Agenzia europea del farmaco, in procinto di trasloco dalla Londra della Brexit, non gradirebbero per nulla il trasferimento a Bratislava, la capitale della Slovacchia. Affascinante cittadina, ma non esattamente “attrattiva” per farci studiare i figli o godersi, nel dopolavoro, shopping, musei e qualità della vita. Barcellona ha altro a cui pensare, e tutti i report che circolano dalle parti di Bruxelles dicono una sola cosa: Milano (Italia), oggi è il miglior posto dove trasferire Ema. Per qualità dei servizi, per qualità di ricerca scientifica e industria farmaceutica presente, per logistica.
Partita facile? No.
Perché tutti sanno che la scelta della sede sarà politica, e intergovernativa. Berlino ha scelto Bratislava, la Francia vuole qualcosa per sé. Milano ha la location, ma il problema è la forza politica del sistema paese. Ma qui arriva una notizia importante: l’Italia ci sta provando. Non solo a livello di governo e di amministratori lombardi, finalmente. Ci sono leader che spendono la loro voce per una volta univoca, c’è un intergruppo di parlamentari italiani costituitosi al Parlamento europeo, rigorosamente multi-partisan, che si sta impegnando per sostenere la candidatura dell’Ema. Non è accaduto spesso, in passato. Il segnale però è chiaro, c’è un metodo “europeo” per la politica che si può mettere in campo. Non è detto che si vinca, ma consente di giocare al meglio le partite. Si dovrebbe tenerlo presente anche quando si gioca in casa: ad esempio, sulla legge di Bilancio. Che serve all’Italia, e non solo a qualcuno.