Spegnere il generatore automatico di caos
Confermare Visco in Bankitalia è una risposta al partito dell’incertezza
I movimenti anti establishment hanno dimostrato di sapere aggiungere al dibattito, soprattutto in ambito economico, un ingrediente inutile ai fini del progresso generale: l’incertezza. L’incertezza è un elemento del quale non si sente il bisogno dal momento che se ne trova in abbondanza a ogni latitudine: dall’ascesa del partito nazionalista austriaco, all’impasse referendaria catalana, alla Brexit. In Italia il Movimento 5 stelle, a parte non avere disinnescato l’idea di chiamare un referendum consultivo (perciò inefficace in concreto) per uscire dall’euro, continua a rappresentare un generatore automatico di caos. Una mozione presentata ieri alla Camera, oggi in votazione, punta a impegnare il governo a non rinnovare il mandato del governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco che scade a novembre per presunto deficit della Vigilanza durante la crisi finanziaria negli ultimi dieci anni. Un j’accuse speculare alle petizioni, che hanno lo stesso intento, promosse, tra gli altri, da Elio Lannutti e Ferdinando Imposimato. Un’opposizione del genere pare controproducente.
L’operato di Banca d’Italia è criticabile, anche Jens Weidmann della Bundesbank viene attaccato in Germania, ma nessuno ne chiede la testa. Eliminare ora il governatore che fu nominato nell’ottobre 2011, agli sgoccioli del governo Berlusconi, verrebbe interpretato come un segnale di discontinuità immotivato, mentre aumenta il rischio politico per via di elezioni dall’esito incerto. E’ con Visco che sono state contenute le crisi del settore, ora in convalescenza. Il governo, che persegue la linea continuista del Quirinale, dice di non avere discusso ieri in Cdm la conferma per altri sei anni, forse arriverà in settimana. Sarebbe un altro argine al “partito dell’incertezza”.