La Commissione Ue depotenzia la crescita italiana attesa nel 2018
Le previsioni economiche d'autunno risentono della legge di bilancio, pil all'1,3 contro l'1,5 del governo
L'Italia "è sulla buona strada" e l'aumento del pil previsto per quest'anno è prova di "una vera crescita", ma il paese deve "continuare gli sforzi per risanare e rafforzare le strutture economiche". Il commento è di Pierre Moscovici, il commissario agli Affari economici e finanziari dell'Unione europea che oggi ha presentato le previsioni economiche d'autunno, che nel complesso descrivono un paese ormai lanciato verso una ripresa robusta ma non ancora duratura. La buona notizia è che la Commissione europea ha alzato le stime del pil per il 2017 (da 0,9 per cento a 1,5 per cento) allineandosi alle previsioni del Documento di economia e finanza – proprio in questi giorni all'attenzione dell'Ue per il parere definivo atteso il 22 novembre – ma d'altra parte la crescita attesa dall'Italia è la più bassa dell'Eurozona nel periodo 2017-2019, perché secondo le stime i livelli di quest'anno non saranno mantenuti nel 2018 e nel 2019.
La valutazione fatta dall'Ue dipende anche dal giudizio sugli effetti delle misure inserite nella legge di bilancio, che secondo il rapporto della Dg Economia dovrebbe portare il pil all'1,3 per cento nel 2018 mentre il governo nell'aggiornamento al Def ha previsto pari all'1,5 per cento. Favorita dalla dinamica positiva della domanda interna ed estera, l‘accelerazione 2017 è destinata secondo i tecnici della Commissione a perdere slancio con “venti in poppa meno favorevoli e un peggioramento dello scenario di medio e lungo termine che porterà a una moderazione della crescita nell‘arco temporale delle previsioni”. Anche sul versante del debito pubblico le stime della Commissione migliorano rispetto alle precedenti previsioni ma si discostano da quelle del governo vedendo un calo maggiore: se nel 2016 il debito segnava il 132 per cento, per quest'anno la Commissione prevede che si attesti al 132,1 per cento (il governo al 131,6 per cento). Identico discorso sul 2018, per cui il governo indica 130,0 per cento e la Ue 130,8 per cento, ma soltanto in maggio l‘idea era di 132,5 per cento. Il dato di quest'anno, spiega Moscovici, "è anche dovuto alle risorse aggiuntive destinate al sostegno pubblico al settore bancario e ai piccoli investitori", mentre la riduzione futura dipende "soprattutto dalla più forte crescita nominale".
Buono senza riserve, invece, è il quadro dell'Eurozona, che ha registrato il tasso di crescita migliore degli ultimi dieci anni e su cui le stime sono state riviste al rialzo. La crescita nei tre anni sarà rispettivamente del 2,3 per cento, del 2,1 per cento e dell'1,9 per cento. "Dalla scorsa primavera abbiamo assistito a una forte accelerazione della crescita sia nell'Ue sia nell'area euro", ha detto Moscovici, "si tratta del più alto tasso di crescita in dieci anni". Quanto al pil, l'ottimismo dell'Europa si fa più accentuato rispetto alle stime di primavere: crescerà del 2,2 per cento quest'anno (contro l'1,7 di maggio), del 2,1 per cento nel 2018 e dell'1,9 per cento nel 2019.