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Mentre l'Italia del calcio affonda, quella reale cresce

Redazione

Nel terzo trimestre del 2017 il pil è cresciuto dello 0,5 per cento, +1,8 per cento su base annua. È la più alta da sei anni. Fortis: “La crescita acquisita è dell'1,5 per cento. A fine anno potremmo arrivare all'1,6-17 per cento”

Ovviamente non aspettavano altro. Un pareggio contro la modesta Svezia, la mancata qualificazione (a distanza di 60 anni) alla fase finale dei Mondiali, ed ecco puntuale il solito ritornello della nazionale di calcio che altro non è che lo specchio di un intero paese. Un paese privo di talento, vecchio, stanco, incapace di liberarsi del proprio passato e di costruire un futuro radioso. Per fortuna, nonostante i teorici del “calcio metafora della vita”, la realtà è diversa da come la si vorrebbe raccontare.

 

Così mentre piangiamo (?) per il fallimento di Buffon & Co., i dati dell'Istat raccontano di un'Italia che nel terzo trimestre del 2017 è cresciuta quanto la Francia, più dell'Inghilterra, ma soprattutto ha già raggiunto il target del +1,5 per cento fissato dal governo. Per essere ancora più precisi, secondo la stima preliminare del Pil diffusa dell'istituto di statistica, nel terzo trimestre il pil corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato dello 0,5 per cento rispetto al trimestre precedente e dell'1,8 per cento rispetto allo stesso periodo del 2016. La più alta da oltre sei anni.

 

“I dati di oggi - commenta il professor Marco Fortis - sono molto positivi. La crescita congiunturale dello 0,5 per cento è uguale a quella della Francia e superiore a quella del Regno Unito (+0,4 per cento). Tra i grandi paesi europei solo la Germania ha fatto meglio di noi con lo 0,8 per cento. Ma il dato più positivo è che nei primi tre trimestri del 2017 la crescita acquisita è dell'1,5 per cento. Cioè uguale al target fissato dal governo. Questo significa che se nel quarto trimestre i dati statistici confermeranno questa tendenza la crescita, a fine anno, potrebbe essere addirittura superiore. Magari all'1,6-1,7 per cento. Un risultato notevole”.

 

Anche perché, ricorda Fortis, “la nostra crescita economica va di pari passo ad un'assenza di crescita demografica. Già oggi il nostro pil pro capite è cresciuto più di quello di altri paesi europei. Non solo, tutto questo avviene in assenza di spesa pubblica sostenuto solo da investimenti e consumi”.

 

Insomma, le notizie sono più che buone. “Si tratta di stime preliminari - conclude Fortis - ma quando avremo i dati definitivi che, credo, saranno molto positivi, il governo potrebbe avere risorse in più e quindi procedere ad una correzione strutturale inferiore a quella prevista. Insomma, come sempre rischiamo di parlare a sproposito, per mesi, della durezza delle richieste della Commissione Ue, ma alla fine le risorse ci sono”. 

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