Pensioni, un'altra beffa, ragazzi!
Partiti prigionieri della strategia della pensione, i giovani devono attendere
Qualcuno si era illuso che questa legge di Bilancio segnasse un’inversione di tendenza: “Daremo la priorità ai giovani e alla povertà”, aveva annunciato il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. E invece, alla fine, si ritorna all’antica ossessione e alla vera priorità della classe politica e sindacale di questo paese: le pensioni. Infatti l’impegno del governo per le nuove “priorità” è stato di 300 milioni per le politiche giovanili e 300 milioni sul fronte della lotta alla povertà. La somma impiegata per la riduzione del cuneo fiscale per le nuove assunzioni stabili dei giovani è poca roba rispetto all’emergenza della precarietà e alla disoccupazione giovanile. Così sono risorse insufficienti i 300 milioni aggiuntivi messi sul reddito d’inclusione e destinati a circa 1,8 milioni di poveri (di cui 500 mila minori) con un assegno mensile che va da 190 euro a 490 euro al mese. Poca roba, ma giustamente il governo ricordava che le risorse sono scarse e che bisogna percorrere il “sentiero stretto” per raggiungere il bilancio e mettere in sicurezza i conti pubblici.
Il problema però è che per la vera priorità della classe dirigente del paese, ovvero le pensioni, le risorse si sono trovate in un baleno: 300 milioni per evitare a 15 categorie l’adeguamento dell’età pensionabile all’aspettativa di vita. Eppure le forze politiche, nessuna esclusa, vogliono di più. Ai sindacati non basta, vogliono allargare la platea, con la Cgil che minaccia addirittura lo sciopero generale. Non sono bastate dopo l’approvazione della legge Fornero le sette clausole di salvaguardia che dovevano riguardare solo gli “esodati” e invece hanno beneficiato circa 200 mila persone, bruciando oltre 11 miliardi (il 13 per cento dei risparmi previsti dalla Fornero). Non è stato sufficiente neppure l’Ape social, l’anticipo pensionistico per altre 60 mila persone. Il governo mette altri 300 milioni sulle pensioni, nel paese con l’età effettiva di pensionamento sotto la media europea e la spesa pensionistica tra le più alte al mondo. Ma non basta neppure questo. Sindacati e partiti sono talmente prigionieri della strategia della pensione che, tra le proposte a favore dei giovani, c’è chi ha avuto la geniale idea del “bonus fiscale per i nonni che aiutano i nipoti”.