Dov'è caduta l'accetta di Katainen
La Commissione censura l’ossessione per le pensioni. Il conto dopo le elezioni
Non si sa se le iniziative della Commissione europea sull’Italia avranno l’effetto di avvantaggiare i populisti o di frenare la corsa populista alle promesse elettorali. Ha senso pensare che Bruxelles dovrebbe sostenere gli sforzi del governo di far correre la legge di Bilancio lungo la carreggiata del “sentiero stretto”, nonostante la pressione dei partiti anti sistema. Ma ha anche senso, dal punto di vista delle istituzioni europee, fare in modo che l’Italia non sbandi nel percorso di riduzione del deficit e contenimento del debito pubblico. E’ un impegno che abbiamo preso con gli altri paesi ma è soprattutto – questo spesso lo dimentichiamo – un obiettivo nell’interesse del paese.
Il vicepresidente della Commissione europea, il falco finlandese Jyrki Katainen, ha dichiarato che “la situazione in Italia non migliora”, riferendosi non tanto ai dati sulla crescita, che sono positivi. Ieri Standard & Poor’s ha scritto in un report che la ripresa italiana si manifesta in tutti i settori ma la strada è lunga.
Martedì Katainen si riferiva ai conti pubblici, allo scostamento dagli obiettivi di medio termine. Gli italiani devono sapere la verità sulla “situazione economica”, ha detto, “è una questione che riguarda il futuro del welfare italiano”. Bruxelles è preoccupata dell’ennesimo intervento sulle pensioni (300 milioni di euro) in una situazione che non è sotto controllo. Il governo lo sa, l’ha scritto nella Nota di aggiornamento al Def: “La popolazione italiana è invecchiata, le nascite e il tasso di fecondità sono in calo. Nuove proiezioni delle tendenze del sistema pensionistico evidenziano rischi di salita della spesa pensionistica nei prossimi due decenni”. La Commissione rinvierà il giudizio sulla legge di Bilancio in primavera. Il conto delle promesse arriverà dopo le elezioni.