L'ostruzionismo di Emiliano mette a rischio la ristrutturazione Ilva

Redazione

Sospeso il negoziato con Am Investco dopo il ricorso della Puglia contro il nuovo piano ambientale. Calenda: "Primo caso al mondo in cui un investimento di riqualificazione industriale di queste dimensioni viene osteggiato dai rappresentati del territorio". 

L'ostruzionismo della regione Puglia contro il progetto di riqualificazione dell'Ilva ha provocato la sospensione delle trattative del governo con Am Investco, la cordata che si è aggiudicata l'acciaieria in seguito a una gara pubblica offrendo investimenti industriali e ambientali per 3,5 miliardi. Dopo il governatore della regione, Michele Emiliano, anche il sindaco di Taranto ha deciso di presentare ricorso al Tar contro il recente decreto con cui il governo ha aggiornato il piano ambientale. "Si tratta credo del primo caso al mondo in cui un investimento di riqualificazione industriale di queste dimensioni viene osteggiato dai rappresentati del territorio che più ne beneficerà – ha detto il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda – Spero vivamente che regione e comune abbiano ben ponderato le possibili conseguenze delle loro iniziative e le responsabilità connesse". Parlando di fronte ai delegati della Fiom questa mattina, il ministro ha annunciato che il negoziato sarà congelato fino alla sentenza del Tar sul ricorso della Puglia. Quella di Emiliano è "una battaglia ideologica fatta sulle spalle dei lavoratori e dell'ambiente". "Se il Tar accoglierà la sospensiva richiesta, gli amministratori straordinari dovranno iniziare lo spegnimento dell'Ilva. Noi in questo caso faremo ricorso al Consiglio di Stato, ma al governo non può essere chiesto l'impossibile", ha detto il ministro. 

 

La questione sollevata dal governatore è relativa alle conseguenze ambientali del decreto. Secondo Emiliano l'atto del governo sarebbe “illegittimo” perché offre a Ilva una proroga rispetto alla data inizialmente prevista per realizzare alcuni interventi che sono contenuti nell'autorizzazione di impatto ambientale. Il decreto in questione, approvato a fine settembre, era stato presentato al tavolo istituzionale convocato dal ministero per la questione Ilva ma, nonostante la condivisione dei dettagli, la regione sostiene che il governo abbia ignorato le sue osservazioni. 

  

Contro la decisione di Emiliano si sono espressi anche i sindacati, che durante la prima fase della trattativa tra Am Investco e governo hanno mantenuto una posizione molto critica. "Quella del presidente della Puglia è una scelta sbagliata, non è il momento dei Tribunali“ – ha detto il segretario della Cgil, Maurizio Landini – “C’è una trattativa in corso, credo che questo sia il momento della responsabilità. Credo sarebbe opportuna una sospensione della scelta di Emiliano”. L'offerta fatta dalla cordata tutela direttamente 10mila posti di lavoro, a fronte di circa 4.200 esuberi, più tutti i lavoratori coinvolti nell'indotto. “La scelta del governatore della Puglia, Michele Emiliano di ricorrere al Tar è da irresponsabili", ha commentato il segretario generale della Fim Cisl, Marco Bentivogli. "Non si può trascinare una vicenda in cui è in ballo il risanamento ambientale e la difesa di migliaia di posti di lavoro per capricci e visibilità politica".

 

  

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