L'Ecole 42 anche in Italia. Il progetto della Luiss

Redazione

Formazione, incubatore di start up e co-housing. Così l'università intitolata a Guido Carli vuole fare di Roma una città dell'innovazione

Realizzare un hub italiano per innovare il paese e connetterlo con gli altri poli europei, sulle tracce dell'appello lanciato dal Foglio per aprire anche in Italia una Ecole42 che formi gli imprenditori tecnologici del futuro. Il progetto è della Luiss, che vuole creare a Roma una sorta di città dell'innovazione puntando su tre punti nevralgici della città: le stazioni di Termini, Trastevere e Ostiense. Oltre a rilanciare le competenze digitali del paese, i tre interventi in progetto coinvolgeranno anche i quartieri di riferimento attraverso la riqualificazione degli spazi, portando con sé ricadute economiche e sociali sul territorio.

 

Il cuore dell'attività di apprendimento, quella che si rifà all'esperimento francese che il Foglio ha visitato, avrà la sua base a Ostiense. Qui l'idea è di creare una scuola che attraverso l'uso di metodologie alternative riesca ad avvicinare i futuri lavoratori al mondo digitale. Secondo un report del dipartimento del Lavoro americano, il 65 per cento degli studenti di oggi sarà impiegato in lavori che attualmente non esistono sulla scia delle nuove competenze richieste dalla rivoluzione 4.0. Dopo una preselezione online e quattro settimane di training sul posto, 500 studenti circa potranno iniziare il percorso di tre anni strutturato sulla base di attività peer-to-peer learning e learning-by-doing, cioè percorsi di apprendimento basati sullo scambio reciproco e sulla pratica. Sarà privilegiata, secondo i piani della Luiss, l'uso di una metodologia capace di sviluppare competenze in ambito scientifico e tecnologico, integrando sapere teorico e capacità pratiche.

 

“Le aziende – si legge nella presentazione del progetto – pur disponendo del capitale finanziario, hanno sempre più difficoltà a reperire quello umano dato lo shortage di risorse qualificate per il settore di riferimento”. Per questo la scuola di Ostiense “si posizionerà come leader nella formazione di tali risorse, attirando investimenti privati volti a colmare questa carenza sul mercato del lavoro”. Solo per avviare le attività del primo anno, tra costi di ristrutturazione, manutenzione, gestione e personale, l'investimento previsto è pari a circa 3 milioni di euro.

 

Insieme al polo didattico ci sarà anche un incubatore di startup. La Luiss ha già individuato il luogo: un immobile di proprietà di Ferrovie dello stato oggi in disuso, nei pressi della stazione Termini. Con i suoi 11.300 metri l'edificio potrà ospitare postazioni di co-working, uffici, sale eventi e in uno dei suoi quattro piani diventerà la sede di Luiss Enlabs e LVenture Group. “Una struttura polifunzionale che genera connessioni, contaminazione, condivisione e dinamiche strutturali di innovazione”, spiega l'università. “L’hub vedrà riuniti, in uno stesso luogo, talenti provenienti da diversi percorsi accademici: dall’ingegneria all’economia, dalla filosofia al design; startup e corporate”, con l'obiettivo di diffondere una cultura imprenditoriale e incoraggiare lo sviluppo di attività innovative. Qui l'investimento è ancora più importante: si tratta di quasi 3,4 milioni di euro per affittare e ristrutturare l'edificio.

 

A chiudere il cerchio completando la “città dell'innovazione”, ci sarà un ambiente di co-housing con base a Trastevere. Nei locali della stazione la Luiss prevede di ricavare circa 20 metri quadri per studente e ospitarne circa 300, per un totale di 6mila metri quadri. “Negli hub di innovazione mondiali, al co-working si sta sempre più affiancando il co-living, una modalità di organizzazione degli spazi perché non siano solo un luogo di lavoro da condividere, ma rispondano all’esigenza di vivere la community a tempo pieno”.

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