Sergio Marchionne (LaPresse)

Dubbi su un destino da "Fiat First"

Redazione

Buoni risultati spingono Marchionne a chiarire la sua strategia in Italia

I risultati di Fiat-Chrysler Automobiles nel 2017 sono ritenuti in linea col piano della società, ottima la riduzione dell’indebitamento (dimezzato a 2,39 miliardi) attuata con parte degli utili (raddoppiati rispetto al 2016 a 3,5 miliardi di euro). Il mercato aveva già scontato i risultati con il titolo vicino ai 20 euro, ma tra le case d’affari solo JPMorgan consiglia di comprare. L’apprezzamento dell’euro è buono per le automobili di marca Jeep prodotte in America e vendute in Europa mentre, al contrario, è negativo per quelle prodotte nello stabilimento Sata di Melfi perché avrà un impatto sfavorevole sull’export.

 

Secondo gli analisti l’azienda è solida ma obiettivi restano ambiziosi, specie l’azzeramento del debito annunciato dall’ad Sergio Marchionne entro il 2018, prima della sua uscita dalla società controllata da Exor della famiglia Elkann-Agnelli. A fronte di risultati lusinghieri, tuttavia, i sindacati cominciano a interrogarsi sulle prospettive di investimento e piena occupazione degli stabilimenti italiani.

 

La maggiore parte dei ricavi dipende dal mercato americano, sebbene le vendite siano ultimamente in calo, e il taglio delle tasse sulle imprese e il contestuale sgravio per gli investimenti effettuati in America con la riforma-pilastro del medio termine dell’Amministrazione Trump suggeriscono che Fca sarà sempre più americanizzata. In Italia era atteso per ieri, con la presentazione dei conti, l’annuncio della produzione di un crossover Jeep, paragonabile a un Suv Renegade di dimensioni più piccole, allo stabilimento di Pomigliano d’Arco ma è stato rinviato alla presentazione del piano industriale di giugno.

 

Il segretario dei metalmeccanici della Cisl Marco Bentivogli, in un'intervista al Foglio.it, ha evocato la necessità di un incontro con l’azienda prima di quella data per sapere se quel modello è già in fase di sviluppo in quanto lo stabilimento campano, da 4.749 addetti, produce solo la Panda (modello che nella sua nuova versione verrà trasferito in Polonia nel dicembre 2020) e gli ammortizzatori sociali sono in dirittura di scadenza. Non sono saturi Melfi (Punto, 500X, Jeep Renegade), Mirafiori (Alfa Mito, Maserati Levante) e, appunto, Pomigliano. “Positivi risultati finanziari, aumento della redditività e dimezzamento del debito devono essere dirottati per completare il piano industriale italiano che inizialmente prevedeva la piena occupazione di tutti gli impianti alla fine del 2018”, ha detto Bentivogli.

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