Luis de Guindos (foto LaPresse)

De Guindos vice della Bce è un colpo per la linea italiana

Redazione

L'Irlanda ritira la candidatura di Philip Lane. Il successore di Vitor Constâncio sarà lo spagnolo. Una scelta che potrebbe aprire la strada a un presidente del nord Europa e lasciare a bocca asciutta l'Italia

L’arresto di Ilmars Rimsevics, governatore della banca centrale della Lettonia e membro del Consiglio direttivo Bce, ha proiettato uno sgradevole elemento di cronaca sulla riunione dell’Eurogruppo che doveva decidere il nome del nuovo vicepresidente della Eurotower in sostituzione del portoghese Vitor Constâncio in scadenza. La Lettonia con Germania, Francia, Olanda, Portogallo, Malta e Slovacchia, nel ballottaggio tra lo spagnolo Luis de Guindos e l’irlandese Philip Lane appoggiava il primo. E l’idea che dello schieramento favorevole a de Guindos facesse parte un paese il cui banchiere centrale è finito ai ceppi con l’accusa di corruzione deve essere stata fonte di imbarazzo a Parigi e Berlino. Non abbastanza tuttavia per spostare l’ago della bilancia a favore di Lane, la cui candidatura è stata ritirata da Dublino.

  

 

De Guindos, un ministro politico in odore di stretti rapporti col mondo bancario, è uno schiaffo per il Consiglio dei governatori della Bce e per il suo presidente, Mario Draghi, che puntavano sul “collega” Lane, capo della banca centrale irlandese. Uno schiaffo per il partito tecnico di Draghi e la tradizione di indipendenza dell’Eurotower. E’ anche una cattiva notizia per l’Italia. La scelta di un vice del sud Europa potrebbe infatti aprire la strada a un presidente del nord (lo stesso leader della Bundesbank, Jens Weidmann, o altri) quando nel 2019 scadrà il mandato di Draghi e ciò a catena potrebbe rendere più impervio per l’Italia avere un rappresentante nel direttivo Bce, l’organo ristretto che prende le decisioni chiave di politica monetaria. Le due caselle del board che si libereranno nel 2019 rischiano di finire a Sylvie Goulard, e allo stesso Lane. Per la prima volta l’Italia si troverebbe senza un suo uomo al vertice dell’istituzione più potente d’Europa. Un piccolo assaggio degli amari risvolti del nuovo asse franco tedesco.