Bruxelles difende i contribuenti dai regali di stato all'Alitalia
La Commissione Ue apre un'indagine sul prestito ponte da 900 milioni di euro assicurati alla compagnia aerea. "Dobbiamo assicurarci che non si tratti di aiuti di stato", dice Vestager
Roma. Mentre le offerte giunte finora per rilevare Alitalia sembrano scontentare il ministero per lo Sviluppo economico, la Commissione europea ha annunciato un'indagine sul prestito ponte di 900 milioni di euro concesso alla compagnia aerea dal governo italiano. Il sospetto di Bruxelles è che l'intervento statale abbia assicurato una posizione di vantaggio alla compagnia aerea italiana rispetto ai suoi concorrenti.
L'Ue "ha il dovere di associarsi che i prestiti dati dagli stati membri ad aziende private siano in linea con le norme europee sugli aiuti di stato", ha detto oggi la commissaria dell'Ue alla Concorrenza, Margrethe Vestager. Lo scorso gennaio, l'Italia aveva notificato a Bruxelles la manovra di salvataggio, ma da allora l'Ue ha ricevuto diverse denunce secondo le quali il prestito ponte non sia compatibile con i regolamenti sul libero mercato. Di contro, il governo italiano afferma che i 900 milioni di euro – divisi in due tranche, una da 600 milioni e un'altra da 300 concesse tra maggio e ottobre 2017 – sono stati versati nel pieno rispetto delle leggi, in particolare delle Linee guida per il Salvataggio e la Ristrutturazione.
Secondo le norme dell'Ue, uno stato membro può intervenire in aiuto di un privato, evitando che ciò costituisca aiuto di stato, solo a determinate condizioni. A preoccupare la Commissione sono in particolare due elementi: la durata del prestito e il suo tasso di interesse. L'aiuto assicurato dal ministero dello Sviluppo economico va da maggio 2017 a dicembre 2018 (ma potrebbe anche andare oltre), eccedendo così il limite massimo di 6 mesi stabilito dalle linee guida europee. Altra condizione su cui Bruxelles dovrà indagare è se il tasso di interesse concesso alla compagnia aerea sia in linea col mercato. Secondo gli accordi, il tasso è oggi del 9,90 per cento, per un conto totale di un miliardo di euro che Alitalia dovrebbe restituire alle casse dello stato una volta terminato il prestito. Considerato che la compagnia è da tempo sotto commissariamento e che l'operazione di salvataggio comporta rischi piuttosto elevati, l'Ue intende capire se il tasso sia stato troppo facilitato dal ministero. L'indagine dell'Ue su Alitalia non ha limiti di tempo e il governo italiano avrà la possibilità nel frattempo di fornire la documentazione necessaria per chiarire la sua posizione.
E’ tuttavia più di un sospetto quello per cui i 900 milioni di euro non siano un “prestito” ma siano un trasferimento di denaro pubblico che, dato l’esito incerto della vendita della compagnia, presumibilmente a pezzi, non verrà restituito entro i tempi stabiliti ovvero entro la fine di quest’anno. “Alitalia non ha memoria recente di avere avuto tutti questi soldi”, aveva detto il commissario straordinario Luigi Gubitosi, dimenticando il fatto che “tutti questi soldi” non sono della compagnia ma dei contribuenti. Dopodiché la gestione commissariale non è stata una manna per Alitalia che continua a perdere quote di mercato nonostante il mercato dell’aviazione sia in ripresa. Insomma la Commissione impedisce che lo stato italiano danneggi i suoi contribuenti sussidiando una compagnia che altrimenti non riuscirebbe a stare sul mercato.