Il caso Alitalia passa al prossimo governo
Con una proroga di sei mesi la procedura di vendita viene rinviata insieme al prestito ponte. Avanza l'ipotesi di una cordata pubblica, mentre Lufthansa chiede di ristrutturare
La vendita di Alitalia è rimandata a quando ci sarà un nuovo governo. Oggi il consiglio dei ministri rinvierà di sei mesi la procedura di vendita e fino a fine anno il rimborso del prestito ponte da 900 milioni, su cui indaga l'antitrust europeo. "Ci vuole più tempo perché gli interlocutori che abbiamo non sono disponibili ad andare avanti nella trattativa senza sapere chi sarà al governo", ha detto il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda spiegando le ragioni della proroga.
Da parte sua, anche il prossimo esecutivo vorrà avere spazio di muoversi sulla questione, come hanno precisato oggi alcuni parlamentari del M5s: "Il nuovo governo dovrà avere le mani libere per gestire al meglio la crisi di Alitalia", hanno detto. E lo scenario che avanza nel caso di un governo nazionalista potrebbe essere quello di una cordata ad hoc per mantenere la compagnia in mani italiane, sostenuta da capitale pubblico.
Le tre offerte arrivate, intanto, non sembrano convincere il governo uscente, anche perché nessuno tra Lufthansa, EasyJet e WizzAir è interessata a prendersi l'intera azienda. La più quotata sarebbe quella di Lufthansa, che chiede però una ristrutturazione con tagli di almeno duemila persone su un organico di circa 12mila. Presentando i contri trimestrali, oggi il ceo Ulrik Svensson ha detto che l'acquisto “non interessa per niente“ a causa delle condizioni in cui Alitalia si trova: “Va ristrutturata in termini di dimensione, costi, destinazioni e così via, e questa ristrutturazione va fatta dall’Italia non possiamo farla noi da azionisti”.
Pochi giorni fa Bruxelles ha aperto un'indagine per accertarsi che l'aiuto economico concesso dal governo italiano non alteri gli equilibri di mercato. In particolare la Commissione concorrenza valuterà proprio la durata del prestito e i tassi di interesse.