Non solo lavoro, cresce anche il pil. Con calma
L'Italia fa registrare il 15° trimestre di crescita consecutiva: +0,3 per cento. Ma l'Istat sottolinea che nel periodo più recente è emersa una “lieve decelerazione”
Quindici trimestri di crescita consecutiva. Gli ultimi, però, a un ritmo decisamente più contenuto rispetto all'inizio del 2017. L'Istat diffonde la stima preliminare del pil italiano. E pur in presenza di una crescita dello 0,3 per cento rispetto al trimestre precedente e dell'1,4 per cento in termini tendenziali, l'Istituto sottolinea come nel periodo più recente sia emersa una “lieve decelerazione”. La variazione acquisita per il 2018 è pari a +0,8 per cento.
Secondo la società di analisi inglese Capital Economics ci sono alcuni fattori temporanei che spiegano il rallentamento della crescita del pil nella zona euro. Non c'è infatti solo l'Italia, anche la Francia ha fatto registrare una flessione (dallo 0,7 al 0,4 per cento), mentre la Spagna è rimasta sostanzialmente invariata (+0,7 per cento). In Germania, i cui dati non verranno diffusi prima del 15 maggio, gli analisti si aspettano un rallentamento dallo 0,6 per cento allo 0,4.
Tra i fattori che hanno prodotto questi risultati, secondo Capital Economics, ci sono le condizioni climatiche (il primo trimestre 2018 è stato particolarmente freddo), gli scioperi dei lavoratori (in particolare in Francia), persino alcuni focolai di influenza. L'alto livello di fiducia dei consumatori (grafico sotto), spinge comunque la società a prevedere una crescita dei consumi nel secondo trimestre che, sicuramente, influirà sulla crescita del pil.
Tornando all'Italia l'incremento congiunturale del pil è legato soprattutto all'aumento del valore aggiunto di settori come l'agricoltura, la silvicoltura, la pesca e i servizi, pressoché invariato il valore aggiunto dell'industria.