Volo in un passato da brivido
Air France non può finire come Alitalia e viceversa. Lezioni a Lega, M5s, Cdp
"Farà la fine di Alitalia”: così dicono gli esperti internazionali per descrivere il rischio che corre Air France, giunta al 16esimo giorno di sciopero, con l’ad Jean-Marc Janaillac dimissionario, perdite di 330 milioni all’inizio della stagione turistica, capitalizzazione dimezzata in quattro mesi. Anche Janaillac, una carriera nel settore pubblico, dal governo alle ferrovie alla Caisse des dépôts et consignations (l’equivalente della nostra Cassa depositi e prestiti), quando 22 mesi fa era stato designato dal governo che controlla il 14 per cento di Air France-Klm, aveva indicato nella più piccola rivale italiana “il modello da non seguire”, respingendo le avance di Roma per salvare Alitalia. E qualche risultato l’aveva messo a segno: un utile operativo 2017 di 1,5 miliardi (inferiore comunque a British e Lufthansa), ma ancora 0,2 miliardi di perdite complessive. Ai sindacati del personale viaggiante e del reparto meccanico, però, tanto era bastato per chiedere aumenti di stipendio del 7 per cento, bocciando la controfferta di Janaillac. Air France tra le big europee è l’unica rimasta una compagnia di bandiera sotto controllo pubblico. Non lo sono Lufthansa e British che la precedono per passeggeri trasportati, né Sas e Norwegian, né le low cost Ryanair e Easyjet. Lo stato comanda in Turkish e Aeroflot, certo senza doverne rispondere ai contribuenti e alle autorità per la concorrenza. Eppure mentre Alitalia viene citata a Parigi come emblema di virus letale, di qua delle Alpi i due front runner politici (del 4 marzo e delle prossime elezioni) Matteo Salvini e Luigi Di Maio vogliono percorrere la strada inversa: ri-nazionalizzare l’azienda privatizzata dieci anni fa, oggi in gestione commissariale con prestito ponte di 900 milioni a carico delle casse pubbliche. Per Salvini Alitalia dovrebbe tornare una compagnia di bandiera “come quando era rispettata nel mondo e portava utili”. Per Di Maio i suoi dipendenti “sono meno della concorrenza” ed “è bene non affidarne a grinfie straniere I loro destini e i flussi turistici soprattutto al sud”. Lega e 5S hanno lo stesso progetto, l’ingresso della Cdp (ricorda nulla?), che s’è detta pronta allo scopo. Salvini ignora che l’azienda ha chiuso in attivo due soli bilanci (’97-’98) e che i turisti negli aeroporti italiani non sono mai stati così tanti pur essendo l’Alitalia in crisi. Di Maio farebbe bene a dare una sbirciata ai trattamenti del fondo volo dell’Inps. Il governo francese dice chiaro che “non salverà l’Air France”. Chi invece punta al governo italiano promette un bel volo nel passato.
tra debito e crescita