Le royalties e l'altra faccia del nimby
In Basilicata gli studenti universitari avanzano proposte per sviluppare il territorio con i soldi pagati alla regione dalle compagnie petrolifere. L'idea di Shell e i progetti vincitori
Abitare in un territorio ricco di idrocarburi porta con sè vantaggi economici, anche se non sempre gli abitanti ne hanno piena consapevolezza. Le compagnie petrolifere pagano allo stato una percentuale del valore della loro produzione che viene ripartita tra enti locali e governo centrale, tranne nel caso della Basilicata, che incassa anche la percentuale dello stato. Nelle casse di questa regione Eni e Shell hanno versato l'anno scorso 41,84 milioni di euro, che dovrebbero essere indirizzati verso misure di coesione sociale e la promozione dello sviluppo economico. In altri termini, grazie all'estrazione di gas e petrolio, la regione ha a disposizione fondi sufficienti per incentivare le imprese, la tutela dell'ambiente, finanziare misure di reddito e l'impiego di categorie socialmente svantaggiate. Ma cosa ne farebbero concretamente delle royalties i cittadini che abitano i territori? Shell, che per le sue attività lucane l'anno scorso ha pagato 16,12 milioni di euro, lo ha chiesto agli studenti dell'Università della Basilicata organizzando un concorso mosso dall'idea di trasformare una risorsa naturale come gli idrocarburi in una leva di sviluppo territoriale. I ragazzi hanno scelto di presentare progetti legati al recupero delle zone agricole, all'energia rinnovabile, mobilità sostenibile e infrastrutture, immaginando di avere a disposizione 50 milioni per realizzare le loro iniziative.
I vincitori sono stati premiati a Potenza mercoledì scorso. Le idee migliori, secondo una giuria composta dall'ad di Shell Italia, Marco Brun, da Gianni Schiuma, docente all'Unibas e da Ruggero Faggioni, coordinatore dell’Istituto Europeo del Design di Milano, sono state due, arrivate prime a pari merito: il recupero di zone periurbane attraverso lo sviluppo di attività di agricoltura sociale, in particolare l'area Agna in provincia di Matera, e lo sviluppo della mobilità urbana, con l'acquisto di bus full-electric, pensiline smart per la ricarica, la riqualificazione di tre impianti di scale mobili e un’app con la quale gestire i servizi. Al secondo posto sono arrivati i ragazzi che hanno pensato allo sviluppo di energia rinnovabile, progettando un impianto integrato con solare termodinamico e biomasse. Infine le infrastrutture, con la riqualificazione del tratto di ferrovia Potenza-Anzi e la creazione di un percorso ciclo-pedonale.
“L’idea di questo concorso – ha commentato Marco Brun – nasce dalla volontà di stimolare e chiedere un contributo positivo, innovativo e allo stesso tempo concreto proprio a coloro che forse più di chiunque altro è titolato ad immaginare il futuro: i giovani, e in particolare i giovani studenti universitari. E non solo il loro futuro, ma anche quello della loro terra”. Un modo per aumentare la consapevolezza nei confronti delle risorse del proprio territorio e le opportunità che se ne possono ricavare, l'altra faccia del nimby.
tra debito e crescita