Più crescita meno debito. Tria non abbandona la strada della continuità
In audizione il ministro dell'Economia ribadisce: “Non ci sia alcuna inversione di tendenza. E non perché ce lo chiede l'Europa, dobbiamo essere credibili”
Riduzione del debito e nessun peggioramento del saldo strutturale. Il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, ribadisce la linea di continuità con chi lo ha preceduto. E quando glielo fanno notare glissa, evita di commentare. Durante l'audizione davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato, il titolare del dicastero di via XX Settembre, non ha ceduto alla tentazione di promesse e annunci mirabolanti ma anzi, con molta prudenza, è arrivato ad ammettere che potrebbero esserci “rischi di una moderata revisione al ribasso per la previsione di crescita 2018”.
“Questo dicastero - ha spiegato -, nell'ambito del programma di governo, intende perseguire la crescita economica in un quadro di coesione e inclusione sociale nell'ambito della politica di bilancio. Il governo si muoverà su due fronti: attuare le riforme strutturali del programma ed agire sullo stimolo endogeno della crescita”.
Per Tria l'importante è che “non ci sia alcuna inversione di tendenza nel percorso di aggiustamento strutturale”. Una necessità che, ha sottolineato, “non deriva principalmente dagli impegni europei, pur importanti, ma dalla necessità di mantenere e rafforzare la fiducia degli investitori internazionale e nazionali nei confronti dell'economia italiana. La risposta dei mercati finanziari alle nostre decisione di politica di bilancio dipenderà non solo dai livelli di deficit prescelti ma anche dalla composizione del bilancio, dalla qualità delle nuove misure di politica economica”. Insomma per il ministro il governo non può in alcun modo uscire dalla strada che è stata tracciata in questi anni.
Tria ha comunque escluso una manovra correttiva per il 2018. Anche se ha spiegato che l'esecutivo si adopererà “per avere dall'Europa e da questo Parlamento spazi di manovra per realizzare le misure del programma”. Certo, le previsioni sono tutt'altro che rosee: “Pur in un quadro positivo i dati suggeriscono che la crescita sia continuata fino a tutto il secondo trimestre ma a un ritmo inferiore rispetto allo stesso periodo 2017”.
Questo comunque non rallenterà l'azione del governo che si sta preparando a mettere in campo una task force su welfare, fisco e investimenti. Non un modo per rinviare alcune misure (come ad esempio la flat tax) ma piuttosto, ha spiegato Tria, per “concentrare le forze e le risorse sui tre punti prioritari e fare tutte le simulazioni possibili. La task force studierà i profili di gettito e distributivi connessi alle ipotesi di riforma in direzione della flat tax, in un quadro coerente di politica fiscale e compatibilmente con il bilancio. Ricordo che la semplificazione del sistema e la progressiva riduzione delle tasse programmata in linea con un andamento coerente con la spesa pubblica sono da tempo considerate parte essenziale della creazione di un ambiente pro-crescita e in coerenza con le raccomandazioni più volte espresse dalla commissione Ue e con l'Ocse”. Insomma, ha assicurato, la flat tax avrà un percorso progressivo e non sarà rinviata.