Non siamo solo vittime di raid esteri
Cosa ci dice il bel colpo di Generali in Francia della mentalità italiana
Le notizie di proscioglimento sono molto sottovalutate, mentre quelle di indagini giudiziarie conquistano le prime pagine dei giornali. Lo stesso si può dire per le acquisizioni francesi in Italia e per quelle italiane in Francia. Quando una società transalpina compra una italiana è un fiorire di articoli spesso di identico tenore – “allarme, ci stanno comprando!” – mentre quando avviene il contrario è il tacet. È il caso dell’avvio di negoziazioni esclusive da parte di Assicurazioni Generali con gli azionisti di Sycomore Asset Management, 83 miliardi in gestione, per acquisire la società e formare una partnership nel segmento, in voga, degli investimenti responsabili, green e sociale. Nessun organo di informazione sta strillando “evviva, li stiamo comprando” oppure “benvenuta reciprocità degli investimenti”. Eppure è un colpaccio da parte della prima assicurazione italiana che si inserisce in un processo di aggregazione europeo del settore assicurativo e bancario. Un processo che ha come centro pulsante la Francia e che coinvolge l’Italia, tanto che i rumor di una aggregazione tra Société Générale e Unicredit paiono concreti. Il processo lambisce la Germania, ma non la vede protagonista in senso positivo. Sempre Société Générale ha comprato una divisione di Commerzbank, la quale ha perso il 34 per cento in Borsa da gennaio e lascerà il listino tedesco Dax. Allo stesso tempo, Deutsche Bank, che ha perso il 39 per cento, non ha più i requisiti per restare nell’indice Stoxx 50 delle principali società europee. Come ha calcolato MF-Milano Finanza la capitalizzazione delle due tedesche (30 miliardi di euro) è quasi pari a quella della sola Unicredit (29,5). Ma le buone notizie, quando ci riguardano, non vengono esaltate.