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La fuga dall'Italia

Redazione

Le parole fanno danni. E gli investitori stranieri continuano a vendere Btp

Ancora giù. Nel mese di giugno il valore dei titoli di stato italiani detenuti da investitori esteri è sceso ulteriormente. Secondo i dati della Banca d’Italia contenuti nel bollettino mensile “Finanza pubblica, fabbisogno e debito” l’ammontare è passato dai 698 miliardi di maggio ai 664 miliardi di giugno (ai minimi da marzo 2017), 34 miliardi in meno che si aggiungono ai 24 persi da aprile a maggio. Il totale è di 58 miliardi in due mesi, che hanno ridotto la quota di Btp posseduti da non residenti di oltre 3 punti (dal 36,9 per cento di aprile al 33,7 di giugno). E’ il prezzo delle parole, quelle pronunciate dal governo e dagli esponenti di maggioranza, e che secondo il presidente della Bce Mario Draghi “hanno fatto danni” al paese, alle imprese e alle famiglie. Maggio e giugno sono i mesi in cui, a causa dei programmi in deficit del governo, lo spread è schizzato oltre i 300 punti e da allora si mantiene costantemente 100 punti sopra alla stagione precedente. La forte riduzione dell’esposizione degli investitori esteri porta a due considerazioni. La prima è che è evidentemente campata in aria la notizia diffusa da alcuni giornali che i fondi americani avrebbero comprato massicciamente Btp per aiutare i sovranisti e che è del tutto effimera l’illusione che lo faranno in futuro, dopo la visita di Conte alla Casa Bianca, su input di Trump (anche questo è stato detto). La seconda è che il governo sovranista sta realmente realizzando uno dei suoi obiettivi programmatici, che era quello di “rinazionalizzare” il debito pubblico. Ma lo sta facendo in un modo che non è esattamente conveniente né auspicabile: facendo scappare dall’Italia gli investitori esteri.

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