Mario Nava (foto LaPresse)

Pericolose occupazioni bulimiche

Redazione

Non solo Nava. Zero provvedimenti pro popolo, molti per il potere

In tre mesi e mezzo il governo gialloverde ha prodotto un solo atto di governo: il cosiddetto decreto Dignità convertito in legge il 9 agosto; oltre al decreto Genova per propria ammissione incompleto e al tradizionale decreto Milleproroghe. La pausa estiva, si dirà. Ma questa non ha impedito a Matteo Salvini e Luigi Di Maio di prodursi in una bulimia di nomine della quale le dimissioni imposte a Mario Nava dalla Consob sono l’ultimo esempio. In precedenza ci sono state Cdp (20 luglio), Rai (27 luglio), Ferrovie (30 luglio), Agenzia delle entrate, quelle del Demanio e delle Dogane e Monopoli (8 agosto). L’estate e le vacanze parlamentari non hanno frenato la presa sui settori dello stato e dell’economia: una nomina ogni due settimane, rapporto più che doppio rispetto a leggi e decreti approvati e a un’attività assai ridotta di Camera e Senato (Giuseppe Conte vi ha messo piede quattro volte, i suoi due vice poco più). La spartizione non è certo una novità dei grillino-leghisti; ma almeno, per riferirsi al bersaglio più vituperato, Matteo Renzi, per Cdp, Rai e Fs aveva aspettato un anno e mezzo, le agenzie fiscali erano state nominate da Paolo Gentiloni, mentre sulla Consob il Pd non aveva messo bocca essendo essa formalmente indipendente dalla politica, di competenza del Quirinale. Di Maio e Salvini non sono però soddisfatti: in attesa ci sono Istat, Inps, servizi segreti e vertici militari. Infatti, come ha detto la sottosegretaria grillina Laura Castelli a proposito dell’Istat, “si deve essere in sinergia con la nostra politica”, cioè con il contratto privato Di Maio-Salvini e i desiderata della piattaforma Rousseau di Davide Casaleggio. Fanno presto a disarcionare, ma fanno poi fatica a decidere, modalità Raggi a Roma. Prima di cambiare “la vita delle persone”, intanto eccovi gli incarichi.

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