Pil su, deficit e pressione fiscale giù. L'economia prima dell'èra gialloverde
L'Istat rivede i dati sul 2017: il prodotto interno lordo è cresciuto dell'1,6 per cento, la pressione fiscale è scesa al 42,2, per cento. Peggiora il rapporto deficit/pil
L'Istat ha rivisto al rialzo la crescita del pil per il 2017. Una variazione piccola, dello 0,1 per cento, che fa segnare per l'anno scorso un +1,6 per cento. Sulla base dei nuovi dati, l'Istat ha quindi rilevato che il pil nel 2016 è cresciuto dell'1,1 per cento, con un revisione al rialzo di 0,2 punti percentuali, mentre nel 2015 la crescita è stata dallo 0,9 in calo rispetto al dato precedente che era dell'1 per cento.
Non è l'unico dato diffuso dall'Istituto di statistica. Sempre lo scorso anno, infatti, la pressione fiscale è scesa dal 42,4 per cento al 42,2 mentre il rapporto tra debito e pil è diminuito al 131,2 per cento rispetto al 131,8 per cento del 2016. Peggiora, invece, il rapporto deficit/pil: l'indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni in rapporto al pil è pari a -2,4% (-2,5 per cento nel 2016). La stima pubblicata ad aprile era -2,3 per cento.
Quando noi abbiamo preso il Governo la pressione fiscale era al 43.6%. Con le nostre leggi di Bilancio è scesa al 42.2%. Diminuite le tasse, cresciuto il PIL, cresciuti i posti di lavoro. Questi sono numeri, fatti, dati ufficiali; agli altri lasciamo le #FakeNews
— maria elena boschi (@meb) 21 settembre 2018
Cresce poi il potere di acquisto delle famiglie: +0,5 per cento. Mentre in valore nominale il reddito disponibile fa segnare un +1,6 per cento. Il valore dei consumi privati è aumentato del 2,6 per cento e la propensione al risparmio delle famiglie è scesa al 7,7 per cento dall'8,6 del 2016.
Nel 2017 il Pil nominale italiano è cresciuto del 2,1%. Un valore che continua ad essere insufficiente per la sostenibilità del debito pubblico, dato il costo di quest'ultimo
— Mario Seminerio (@Phastidio) 21 settembre 2018