Emmanuel Macron e Luigi Di Maio (elaborazione grafica Il Foglio)

Non possiamo fare come Macron

Redazione

Parigi lancia la riforma fiscale, meno tasse più deficit. Di Maio: anche noi!

In totale, il taglio delle tasse ammonterà a 24,8 miliardi, 18,8 a beneficio delle imprese e 6 a favore delle famiglie. Il ministro dell’Azione e dei conti pubblici francese Darmanin e il suo collega all’Economia Le Maire hanno presentato la legge di bilancio 2019, mantenendo la promessa di alleggerimento della pressione fiscale. “La prosperità non deve basarsi su più spesa pubblica, più debito e dunque più tasse”, ha detto Le Maire, illustrando gli ingredienti della politica macroniana.

 

  

Il governo francese prevede un aumento del deficit dal 2,6 per cento al 2,8, appena al di sotto del tetto del 3 richiesto da Bruxelles. I 6 miliardi euro di tagli a beneficio delle famiglie comprendono la riduzione dei contributi salariali e l’abbassamento della “taxe d’habitation” e saranno compensati, tra le altre cose, da un aumento della fiscalità energetica e del costo dei pacchetti di sigarette. Le imprese beneficeranno della trasformazione del Credito di imposta per la competitività e l’impiego (Cice) in uno sgravio fiscale pieno. Alla notizia della riforma francese il vicepremier Luigi Di Maio ha detto: facciamo anche noi così, siamo un paese sovrano come la Francia. Se la Francia inverte il trend perché noi no? Una prima risposta è che il deficit francese aumenta per una modifica contabile una tantum del Cice che vale, solo per un anno, quasi 1 punto di pil. Una seconda risposta sta nel fatto che il deficit aumenta solo dello 0,2 per cento. Ma la terza risposta, la più importante, è nel nostro debito che è al 130 per cento del pil mentre per la Francia è al 97. Roma ha stretto un patto con Bruxelles e i mercati, promettendo di diminuire il debito, precondizione di qualsiasi manovra. E’ per questo che “facciamolo anche noi” non si può fare.