Camusso tifa Landini e la Cgil si spacca
La lotta per la guida del sindacato nasconde un problema che riguarda l’Italia
A gennaio si svolgerà il congresso della Cgil, che resta la più numerosa organizzazione sindacale del paese. Gli occhi degli osservatori sono puntati sulla scelta del successore di Susanna Camusso, che avendo completato due mandati congressuali non può essere rieletta. Camusso aveva cercato di raccogliere i consensi necessari attorno alla candidatura della segretaria dei sindacati della Funzione pubblica, Serena Sorrentino che però – constatato lo scarso sostegno durante le giornate del lavoro di Lecce – ha annunciato la sua rinuncia. Durante quelle stesse giornate, invece, si era consolidata, in alternativa a quella di Maurizio Landini, ex leader dei metalmeccanici largo di aperture di credito nei confronti dei 5 stelle, la candidatura dell’ex segretario della Cgil dell’Emilia, Vincenzo Colla.
L’invito al ministro Paolo Savona a parlare a quel convegno aveva spinto Colla a denunciare una specie di nuovo collateralismo: “Siamo stati autonomi dai governi del Pd, dobbiamo esserlo anche nei confronti di quello in carica ora”, aveva scritto in un post pubblicato sui social. La sorpresa dei presenti, che ricordavano le lunghe polemiche tra Camusso e Landini, è stata la netta replica (con presa di distanze) della segretaria al post di Colla. Non è l’unico sintomo di una probabile sponsorizzazione della Camusso a Landini per bloccare le possibilità di Colla che resta vicino al Pd, tanto che non ha seguito il suo conterraneo e amico Pier Luigi Bersani nell’avventura scissionista, più o meno apertamente sostenuta dalla Camusso. In ogni caso, aver diviso la Cgil è il primo successo politico di Di Maio.