Anche poco, purché molto lontano
Sollievo post rating in Borsa, ma c’è aria di fuga dei capitali privati dall’Italia
Il rinvio del declassamento di Standard & Poor’s lunedì è stato festeggiato da una Borsa in rialzo di due punti e uno spread in ribasso sotto i 300. Il sollievo è stato di tutta Europa, ma a influire su Piazza Affari sono state anche la speranza di un compromesso con Bruxelles sulla legge di Bilancio, qualche acquisto dei fondi hedge, e assicurazioni di Matteo Salvini su un piano per ricapitalizzare le banche sulle quali incombono i prossimi stress test. Non c’è bisogno di essere parte dell’“attacco sconsiderato” al governo del popolo e al M5s denunciato da Luigi Di Maio per non vedere, intanto, la schizofrenia tra i 4 miliardi di prelievo su banche e assicurazioni e la promessa di pronto soccorso.
Ma c’è un fenomeno sul quale il governo si guarda bene dal dire una parola, mentre molti giornali lo relegano tra i consigli finanziari: la fuga di capitali famigliari all’estero, in accelerazione tra settembre e ottobre, che si aggiunge ai massicci disinvestimenti stranieri. Le cifre arriveranno con i dati di Banca d’Italia sui saldi di liquidità di settembre; per il Sole 24 Ore gli importi medi spostati all’estero sarebbero di 100-200 mila euro e riguarderebbero famiglie benestanti ma non ricchissime. Queste ultime, che detengono 800 dei 4.500 miliardi di ricchezza privata, si attrezzano diversamente. “E’ la fascia intermedia – dicono gli esperti – che sposta soldi nel posto più vicino oltrefrontiera, pagando ciò che c’è da pagare”. Almeno 75 mila privati hanno spedito risparmi all’estero in estate, ora la fila si ingrossa. I movimenti tracciati non mettono al riparo dal fisco né da una patrimoniale: la molla è invece il timore che Lega o M5s accennino anche lontanamente all’uscita dall’euro: sette telefonate su dieci ai gestori riguardano il rischio di incidente politico. Il risparmio liquido in conto corrente è triplicato a 1.600 miliardi, mentre la Consob segnala cali del 50 per cento nel risparmio gestito. Colpa dell’azzardo europeo del governo. Perfino il condono salviniano rischia di sfracellarsi se i soldi vanno in direzione opposta.