Foto LaPresse

Il piano B europeo per difendersi da Roma

Redazione

L’Eurogruppo ragiona su come salvare il debito dai populisti. Cattive notizie

Meglio stare attenti a quel che si desidera, si potrebbe avverare. Per mesi il governo Lega-M5s ha mandato due messaggi inequivocabili: invece di un deficit di bilancio dello 0,8 per il 2019 (programmato dal governo Gentiloni) ne ha pianificato uno tre volte più alto al 2,4 e poi ha insistito sull’alta ricchezza privata degli italiani chiamandoli a finanziare il debito pubblico. I messaggi di una divergenza totale dall’Eurozona – mentre gli altri paesi ambiscono a ridurre sistematicamente il rapporto deficit/pil – e quello di mettere il risparmio privato a garanzia del debito sono stati ricevuti. Purtroppo. Più di una procedura sanzionatoria per deficit eccessivo, che potrebbe avere efficacia più rapida rispetto alla prassi della Commissione, a preoccupare è una proposta che dieci ministri delle Finanze presenteranno all’Eurogruppo lunedì.

 

Reuters ha rivelato un paper in cui si chiede che i debiti non sostenibili nella zona euro vengano sottoposti a ristrutturazione infliggendo perdite al settore privato prima di un piano di salvataggio europeo. Si chiede di specificare nel breve passaggio del trattato del cosiddetto Fondo salva stati (European stability mechanism, Esm), coinvolto come prestatore di ultima istanza in caso di soccorso quando un paese perde accesso al mercato, che “l’assistenza finanziaria verrebbe concessa solo dopo misure che migliorano la sostenibilità del debito, prese in cooperazione con i creditori esistenti” ovvero banche, fondi pensione, risparmiatori. Il solo parlare di ristrutturazione è una profezia che si autoavvera, come in Grecia nel 2012. Il documento è firmato da Repubblica ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Olanda, Svezia e Slovacchia. Germania e Austria condividono. Dal punto di vista olandese è “un duro avvertimento all’Italia”. Di recente la Bundesbank ha suggerito un prelievo forzoso sui risparmi italiani con una patrimoniale del 20 per cento costringendo i risparmiatori a sottoscrivere “titoli di stato di solidarietà” emessi da un fondo tricolore. Ora gli altri paesi presentano il piano B per proteggersi dalle ambiguità dell’Italia.

Di più su questi argomenti: