Il ministro dell'Economia, Giovanni Tria (foto LaPresse)

La manovra è già franata

Redazione

Anche per l’Istat e l’Upb l’azione del governo ha un effetto recessivo

La crescita a fine 2018 sarà al massimo, per l’Istat, dell’1 per cento, rispetto all’1,2 previsto dal governo nell’aggiornamento al Def. Questo per lo zero del terzo trimestre, che dovrebbe ripetersi nel quarto. “Per rispettare le stime governative – ha detto il presidente facente funzione Maurizio Franzini in audizione alle commissioni Bilancio di Camera e Senato – servirebbe in due mesi un aumento di pil dello 0,4 per cento, che non è nello stato delle cose”. La minor crescita del 2018 si rifletterà sul 2019, quando l’esecutivo ha promesso agli elettori, all’Europa e ai mercati una crescita dell’1,5. La zavorra di partenza e fattori esterni (fine del ciclo espansivo e rialzo dei tassi) e interni (spread, riduzione del credito, investitori in ritirata) fanno prevedere a Banca d’Italia, Confindustria e Fmi una crescita dello 0,9-1,2 per cento. Di conseguenza l’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb), stima che il deficit italiano sarà così non del 2,4 per cento ma del 2,6. Il reddito di cittadinanza potrà produrre 0,2 di crescita, un decimale in più se tutti i beneficiari spendessero in consumi l’intero sussidio: cioè 3,3-4,9 miliardi per nove spesi. Mentre il sistema industriale verrebbe penalizzato in media del 2,1 per cento, causa la soppressione di benefici previsti dal governo precedente: solo il 7 per cento delle aziende pagherebbe meno imposte. Il pensionamento anticipato con quota 100 secondo l’Upb produrrebbe una riduzione dell’assegno pensionistico dal 5 al 30 per cento, per i meno anni di lavoro. Il presidente della Corte dei conti Angelo Buscema dice che “anziché una razionalizzazione della spesa il governo sceglie interventi limitati a scapito di adeguati livelli di servizi”. Una grandinata di critiche delle maggiori autorità indipendenti, in aggiunta alle stime di associazioni come Unimpresa, secondo la quale il reddito di cittadinanza incentiverà finte dimissioni e lavoro nero, o di Assolombarda, il cui presidente Carlo Bonomi ha detto che “il governo assistenziale e paternalista, alimentando le paure per ottenere consenso, sta già aumentando la disoccupazione”. La manovra è nel contratto, è del popolo, molti nemici molto onore. Ma di fatto è deragliata prima di partire.

Di più su questi argomenti: