Giovanni Tria con Bruno Le Maire. Foto LaPresse

L'Europa che ci conviene

Redazione

L’Italia dovrebbe abbracciare il piano franco-tedesco presentato all'Eurogruppo invece che lamentarsene

Preso dalla sua foga sovranista, erigendo il deficit a totem della propria politica economica, il governo populista sta perdendo un’occasione d’oro per fare gli interessi dell’Italia nella zona euro. Lunedì l’Eurogruppo straordinario ha discusso di una serie di proposte per riformare l’Unione economica e monetaria nel lungo periodo, tra cui il bilancio della zona euro proposto da Francia e Germania. Leggendo il documento di Bruno Le Maire e Olaf Scholz, l’Italia dovrebbe festeggiare invece di lamentarsi dei paletti sul rispetto delle regole europee: il bilancio della zona euro servirà a favorire convergenza, competitività e stabilizzazione degli stati membri, stanziando risorse per investimenti, ricerca e sviluppo, innovazione e capitale umano. La proposta franco-tedesca riconosce – ed è una prima per la Germania – la necessità di un bilancio della zona euro che agisca contro i ritardi di crescita di alcuni paesi, perché gli stati membri non hanno più a disposizione gli strumenti nazionali della politica monetaria e del tasso di cambio. Il vertice di dicembre dovrebbe benedire la proposta.

  

“Vogliamo che entri in funzione entro il 2021”, ha detto Le Maire. L’Eurogruppo ha fatto passi avanti anche su altri pilastri del completamento dell’Unione economica e monetaria essenziali per l’Italia. Il vertice di dicembre dovrebbe approvare il “backstop” (la rete di sicurezza, ndr) per il Fondo di risoluzione unico per le banche in crisi e la riforma del fondo salva-stati Esm facilitando l’uso di linee di credito precauzionali per chi soffre sui mercati. Ma la sfida lanciata dai populisti di Roma sulla manovra complica i negoziati a Bruxelles. La fiducia dei partner è ai minimi e, senza fiducia, compaiono nuove condizioni per evitare di dover pagare il conto del populismo italiano. Sul “backstop” alcuni insistono per ridurre ulteriormente i crediti deteriorati nei bilanci delle banche. Sul fondo Esm la Lega anseatica esige una ristrutturazione del debito quando la sostenibilità è dubbia. Risultato: se l’Italia dovesse essere costretta a chiedere aiuti, il costo sarebbe molto più alto che qualche mese fa. E’ il prezzo che si paga quando il negoziato è condotto da un governo che vuole distruggere, invece di migliorare, la zona euro.

Di più su questi argomenti: