Indietro tutta sulle popolari
La controriforma delle banche è dannosa e apre un altro fronte con Bruxelles
Lega e Movimento 5 stelle ce l’hanno messa tutta per far credere alle banche che ritengono di riferimento, cioè alle popolari e alle casse di credito cooperativo e ai loro clienti, che la riforma dei governi Renzi e Gentiloni, su input della Banca d’Italia e delle autorità di sorveglianza europee, era “contro il popolo”, a cominciare da quello del “risparmio tradito”. Dunque, promessa di smantellare per via giudiziaria la riforma delle prime (le banche popolari) ed emendamenti per far cadere l’obbligo per le casse di aumentare il capitale e riunirsi in due grandi gruppi.
La retorica contro le banche, condita dall’aneddotica sul Pd e il “giglio magico”, sono la benzina di questa grande controriforma. Peccato che proprio le banche da riconquistare alla causa del localismo, e dei suoi derivati politici, stiano imboccando tutt’altra direzione da quella gialloverde.
Quaranta assemblee di bcc hanno approvato nell’ultimo weekend il cambio di statuto per l’ingresso nel gruppo Cassa centrale banca, uno dei due (l’altro è Iccrea) che dovrebbe riunire queste entità. Finora l’adesione al Ccb, con sede a Trento, è stata approvata da 63 su 87 casse, e nessuna ha voluto la clausola way out di uscita per usufruire degli emendamenti governativi. Solo una cassa altoatesina ha fatto ricorso contro la riforma Renzi. Le banche che optano per l’Iccrea terranno le assemblee a dicembre, e anche qui l’orientamento è di andare avanti anche con richieste di mandati per aumenti di capitale. Sono tutte casse del nord (Emilia, Brianza, Cantù, Garda), il bacino della Lega. Ma, come le industrie manifatturiere, neppure le banche abboccano agli slogan del piccolo è bello e del ritorno al passato.
Il governo, impegnato in un braccio di ferro con l’Europa, dovrebbe inoltre considerare che il completamento della riforma delle popolari è espressamente richiesto da Bruxelles. Nella raccomandazione del Consiglio dell’Unione europea all’Italia dello scorso 13 luglio, c’è scritto: “La piena attuazione delle due riforme come rafforzamento dello stato di salute generale del settore bancario”. Considerato lo scenario a cui va incontro il sistema bancario con questo spread, non è una raccomandazione da ignorare.