Spostate la Tav dalla demagogia
Non ci sono solo analisi costi-benefici nel grande gioco delle infrastrutture
Le non-decisioni del governo sui grandi progetti infrastrutturali potrebbero portare al taglio di alcuni fondi europei. Questo è quanto sembra emergere per quanto riguarda il progetto Torino-Lione. Si discute molto negli ultimi tempi circa l’analisi costi-benefici condotta sotto la guida del prof. Marco Ponti, esperto riconosciuto a livello mondiale e consulente del ministro dei Trasporti Danilo Toninelli. Per tale ragione è bene distinguere quella che è l’analisi politica da quella che è l’analisi economica. La stessa analisi costi-benefici è uno dei metodi con i quali si può valutare l’utilità o meno di determinate opere infrastrutturali, ma non è l’unico. Anche perché per opere che possono avere dei benefici di lunghissimo periodo, come nel caso del cosiddetto progetto Tav, non è facile prevedere l’impatto dello sviluppo tecnologico nel settore dei trasporti. Per rendere l’idea, durante l’inaugurazione nel 2016 del nuovo tunnel di base del Gottardo si ricordava che l’infrastruttura precedente datava 1882, quando l’Italia, come la conosciamo oggi, ancora non esisteva. Al tempo stesso, la mancanza di alcune infrastrutture e di alcune regolazioni antiquate, come il doppio macchinista esistente solo in Italia, provocano oggi uno svantaggio di costo per i treni merci, che in Italia circolano troppo “corti e leggeri”. Non è un caso che nel paese leader del trasporto merci su ferrovia, gli Stati Uniti, gli attori privati trasportino oltre il 40 per cento delle merci su ferro con treni “lunghi e pesanti”.
L’obiettivo primario della Torino-Lione è di spostare il traffico dalla gomma al ferro. Come è stato dichiarato dallo stesso ministro Luigi Di Maio, durante l’inaugurazione dei servizi merci Alta Velocità, uno degli obiettivi del governo è questo. Le motivazioni politiche di tale scelta del M5s è quello di favorire l’ambiente. Non si capisce dunque l’incoerenza tra obiettivi dichiarati e azioni, che provocano incertezza. E l’incertezza è uno dei mali dell’Italia. Vi è un ultimo punto. Il progetto Torino-Lione rientra in uno dei corridoi europei, perciò è finanziato dall’Ue. Rallentare o cancellare il progetto, al netto dell’analisi economica, va contro una scelta politica di integrazione dell’Italia nel continente.