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L'Europa vola

Redazione

Cosa può imparare un sovranista dal boom dei viaggi aerei in Europa

Nel 2017 i voli interni all’Unione europea hanno raggiunto il record di 1,046 miliardi di passeggeri, registrando una crescita rispetto al 2009 (primo anno post crisi) del 45,3 per cento: la più alta mondiale. In grande aumento anche i viaggiatori dalla Ue al resto del mondo, più 38,8. E, giusto per smentire la prevedibile retorica delle diseguaglianze e dell’Europa dei ricchi, le impennate maggiori vengono non da Germania, Francia e Regno Unito, ma dai paesi periferici come Portogallo, Polonia, Romania, Croazia, Lituania, che raddoppiano i viaggiatori, e dall’Islanda (fuori dall’Ue) che aumenta del 271 per cento. Anche gli italiani hanno viaggiato molto: la crescita è del 36 per cento, nonostante la crisi dell’Alitalia. A smentire l’assunto sovranista secondo il quale la possibilità di pendere un aereo da noi sia strettamente connessa all’esistenza di una compagnia di bandiera. Oltre un miliardo di voli per gli europei, che si muovono liberamente tra paesi e continenti, e così non solo esercitano una delle libertà fondamentali ma smentiscono la retorica della Ue come fortezza grigia, con confini nazionali da ripristinare. E, nel caso italiano, dell’Alitalia da rinazionalizzare, come negli anni della compagnia statale mantenuta dai denari dei contribuenti. Immagine buona per il fascino delle cartoline vintage, quando prendere un aereo era un lusso per ricchi, ma non nell’epoca della mobilità e conoscenza globale. Per paradosso, il governo è impegnato a restaurare la sovranità nazionale “per terra, mare e aria”, finanziandola ovviamente con soldi presi dalle nostre tasche: nelle pieghe della manovra finanziaria spunta la trasformazione in permanente della tassa d’imbarco da 5 euro, tecnicamente un’imposta comunale che vale per qualsiasi volo su ogni vettore, che servirà a finanziare la cassa integrazione speciale ed il super-scivolo pensionistico di 7 anni appena concesso al personale Alitalia. La gabella esisteva anche prima, partita nel 2004 in misura inferiore e provvisoria, ma sempre destinata al fondo volo Alitalia. Ora diviene perenne grazie a chi prometteva di cancellare tasse e accise.

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