Quota caos
Se c’è qualcosa che accomuna pensioni e reddito di cittadinanza è la confusione
Era ovvio pensare che i casini maggiori si sarebbero avuti con la realizzazione del reddito di cittadinanza: le dichiarazioni reddituali e patrimoniali, censire gli aventi diritto, preparare il sito e la app, assegnarli ai centri per l’impiego, stampare e distribuire le tessere, assumere i navigator, eccetera. Ma sulle pensioni la situazione non è granché migliore: il nuovo non c’è ancora ma il vecchio già se n’è andato. Il testo del decreto su “quota 100” è in gestazione, ma nel frattempo sono scadute l’Ape social e “opzione donna”, i due strumenti che consentivano un’uscita anticipata alle fasce più deboli.
Il sottosegretario Durigon, che sulle pensioni nella Lega ha ormai preso il posto del più esperto Alberto Brambilla (che ha il demerito di saper fare di conto), dice che Ape social e opzione donna verranno prorogate “con data retroattiva dal primo gennaio”. Siamo dalle parti dell’“obbligo flessibile” e della “flat tax a due aliquote”, ma i problemi non finiscono qui. Lo stesso Durigon, dopo aver dichiarato che il decreto conterrà “quota 100, pensioni di cittadinanza e reddito di cittadinanza” insieme, ha ammesso che c’è del rischio di una “prima fase caotica”: ma “l’Inps sarà pronta a dare le necessarie risposte” anche grazie a una “task force”.
Insomma, l’istituto di Tito Boeri – che fino a qualche mese fa veniva additato come quello che metteva i bastoni tra le ruote – sarà proprio quello che dovrà risolvere i problemi in cui si è infilato il governo. Tutto questo per una misura che non è neppure strutturale, cioè non “smantella” la legge Fornero, ma la sospende per tre anni premiando il gruppo di fortunati che rientra in quella finestra temporale. Bisogna ricordare che la riforma Fornero – la più importante degli ultimi decenni – fu fatta in tre settimane sotto la pressione del default. Questo governo, dopo sette anni per analizzarla e sei mesi di governo per “smantellarla”, ha partorito proroghe retroattive, la sospensione temporanea e la task force contro il rischio caos. Che questo possa produrre crescita e occupazione è una favola a cui ormai non crede più nessuno.