Un bel credit crunch non fu mai visto

Redazione

Perché gli aumenti dei tassi sui mutui sono un segnale premonitore

I banchieri preferiscono parlare di ciò che si vede anziché di quello che si vedrà. Per ora è prematuro parlare della evidenza di una stretta creditizia, ma si vedono eccome i primi sintomi di un processo negativo per cui gli oneri per le banche dovuti a un rischio politico in aumento – determinato dalla inconcludente, quando non dannosa, politica economica del governo gialloverde – si scaricano sui clienti. Una analisi elaborata dalla direzione Studi e ricerche di Intesa Sanpaolo ha constatato che i primi segni di aumento dei tassi sui mutui si vedono a partire da novembre, quando il tasso medio complessivo è salito all’1,9 per cento dal minimo storico dell’1,79 di luglio, cioè quattro mesi prima e un mese dopo l’arrivo dell’esecutivo Lega-M5s salutato da uno spread Btp-Bund attorno ai 300 punti, il più alto d’Europa.

 

Gregorio De Felice, capo economista di Intesa, ha spiegato il motivo: “L’elevato livello dello spread si ripercuote sui tassi bancari sia per la perdita di valore del capitale delle banche sia per il maggiore costo del funding”. In altre parole, se il costo per le banche di finanziarsi sul mercato aumenta, per via di nuove emissioni diventate più onerose in parallelo con l’aumento del rischio paese, saranno in parte i clienti a farne le spese. Per il mercato immobiliare in cui le compravendite assitite da mutui sono la metà circa del totale si potranno avere delle conseguenze perché sono state il fattore che ha finora sostenuto un lento e graduale recupero. E’ probabilmente prematuro parlare di credit crunch a questo stadio ma è una evoluzione prevedibile. Solitamente, infatti, all’aumento degli spread segue – dopo circa diciotto mesi, la riduzione dei crediti erogati, come ha notato l’analista Carlo Milani di Bem Reseach. Per questo, vista l’evoluzione dello spread, stabilmente sui 250 punti, c’è da aspettarsi che la dinamica dei finanziamenti alle imprese inverta nuovamente una tendenza positiva più in là nel tempo.

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