Susanna, c'è un deficit democratico
Perché la Cgil non discute delle enormi differenze tra Landini e Colla?
C’è un’emergenza democratica e il rischio fatale di un uomo solo al comando! E’ facile riassumere gli allarmi che la Cgil ha strombazzato negli anni a proposito di svolte autoritarie dirette al governo Renzi, per esempio, condite da preoccupazioni per deficit democratici vari e casuali. Parole che raramente abbiamo sentito ripetere con la stessa vis polemica all’indirizzo del governo Lega-M5s che invece qualche motivo di preoccupazione, in quel senso, lo pone. Il primo sindacato italiano era forse troppo occupato a vedere il deficit di democrazia nell’occhio della politica da non vedere la voragine nel suo. Si è aperto ieri a Bari il Congresso per arrivare all’elezione del successore di Susanna Camusso a segretario generale della confederazione. Ci sono due candidati Maurizio Landini e Vincenzo Colla. Landini è quello proposto da Susanna Camusso. Il Comitato direttivo ha dato ufficialità alla sua candidatura con una mozione unitaria che lasciava aperta la possibilità di eventuali altre candidature. Colla è sceso in campo alla fine dei congressi preliminari proponendo un suo manifesto. Il primo viene dalla Fiom e rappresenta un sindacato movimentista e protestatario, vicino alle posizioni del Movimento 5 stelle. Il secondo invece è considerato riformista e moderato. Sono personalità non affini, probabilmente agli antipodi. E così, come nota Giuliano Cazzola, su Diario del lavoro, si è avuta una situazione inedita e singolare per cui in “un unico documento congressuale ci sono due candidati la cui diversità è data per scontata sulla base della storia e della collocazione dei protagonisti nel dibattito dell’organizzazione”. Su questo però non c’è stata discussione. E dal momento che l’elezione del segretario generale spetta all’Assemblea nazionale eletta dal Congresso qual è il processo democratico, ovvero trasparente per definizione, con cui verrà scelto il prossimo segretario? E’ probabile che ci siano cordate e catene per l’uno o per l’altro candidato. Ma è solo un modo per evitare discussioni.