La fiducia dipende da voi
Recessione in corso e morale delle imprese ai minimi. Non è colpa dell’Europa
Il ministro per gli Affari europei, Paolo Savona, da tempo insiste sulla necessità di creare una Banca centrale europea capace di comprare titoli in asta e non solo di soccorrere gli stati in difficoltà. Vuole cioè spingere Francoforte ben oltre i suoi limiti, e oltre a quelli di una moderna Banca centrale occidentale. Ebbene è utile ricordare che ci sono dei confini oltre i quali una Banca centrale non può andare nemmeno con un nuovo round di prestiti alle banche o addirittura il riutilizzo del Quantitative easing che può essere estratto dalla “cassetta degli attrezzi” se le cose dovessero andare male. Quello che una Banca centrale non può fare – nemmeno con Mario Draghi al comando – è comprare fiducia. Mantenere salda la fiducia di famiglie, imprese e investitori nell’economia dipende essenzialmente dai governi nazionali. E al momento l’Europa, e l’Italia in particolare, soffre un deficit.
L’indicatore di sentimento economico europeo (Esi) è calato a gennaio a riprova che l’economia della zona euro ha iniziato lentamente il 2019: l’Esi è passato dai 107,4 punti di dicembre a 106,2 di gennaio, al minimo da 26 mesi. A livello nazionale è sceso in Francia, in Germania e in Italia. E in modo marcato nei Paesi Bassi, dov’è aumentata l’Iva, e in Irlanda per via del rischio di un “no deal” sulla Brexit. In Italia, secondo l’Istat, è il clima di fiducia delle imprese che è caduto ai minimi da quasi due anni e mezzo, mentre è migliorato il morale dei consumatori. Secondo gli economisti interpellati da Reuters sull’andamento del pil del quarto trimestre, il paese è in recessione tecnica dalla fine dell’anno scorso e le misure di sostegno alla domanda interna (reddito di cittadinanza e pensioni anticipate) non daranno un contributo alla crescita. Dal lato delle imprese non c’è nulla di positivo, anzi. Non che questo impensierisca il premier Conte che si aspetta “un’ulteriore contrazione del pil”. Il vicepremier Matteo Salvini è “fiducioso”, vede “ottimi segnali”. Gli imprenditori non sono d’accordo. Carlo Bonomi, presidente di Assolombarda, la territoriale più importante di Confindustria, ha chiesto al premier Conte di “spezzare” “questa persistente ostilità al mondo delle imprese che procura un danno allo sviluppo del paese”.