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Un governo salvato dalle banche

Redazione

Gli stranieri fuggono e le banche italiane fanno incetta di Btp. Fino a quando?

In questi 8 mesi è successa una cosa particolare: mentre il governo attaccava le banche e metteva a rischio la sua credibilità di debitore, le banche andavano in soccorso dello stato mettendo a rischio sé stesse. Il “governo del cambiamento” è partito con proposte sfascia conti pubblici e ammazza-credibilità che in pochi giorni – e fino a oggi – hanno fatto schizzare lo spread verso l’alto e precipitare il valore dei titoli di stato verso il basso. Poi, nell’affannosa ricerca di risorse per pagare la spesa corrente elettorale e coprire i buchi di bilancio aperti dall’aumento dei tassi di interesse, il governo ha proseguito attaccando le banche e mettendo oltre 4 miliardi di tasse sugli istituti di credito perché “devono pagare i banchieri e non il popolo”. Questa politica dissennata ha provocato, come ha notato la Commissione europea nel country report sull’Italia, una fuga degli investitori esteri che hanno ridotto notevolmente la loro esposizione sul debito italiano: la quota di titoli di stato detenuti da investitori non residenti è diminuita dal 36,9 per cento di aprile al 35,4 di maggio fino al 32,8 di ottobre: in 5-6 mesi hanno venduto oltre 77 miliardi di Btp. E le banche italiane, proprio mentre conseguivano come ha riconosciuto la Commissione progressi significativi nella ristrutturazione dei bilanci, cosa sono state costrette a fare? Hanno sopperito all’irresponsabilità del governo, alla fuga degli investitori esteri e all’indisponibilità dei risparmiatori italiani a donare “oro alla patria”, aumentando la loro esposizione sui bond italiani: da aprile a ottobre le quantità di titoli di stato detenuti dalle banche italiane è aumentato di 55 miliardi, salendo a 330 miliardi complessivi. Portando la quota di debito sovrano sul totale degli attivi oltre il 10 per cento, livello superiore a molti paesi europei, che riflette un elevato rischio banco-sovrano con le banche piccole più esposte di quelle più grandi. Probabilmente le banche hanno avuto un comportamento responsabile in un momento di difficoltà del paese. Ma prima o poi sarebbe opportuno chiedersi se la mano tesa a un governo irresponsabile – che se infischia dei bilanci delle banche – sia davvero qualcosa di diverso da un abbraccio mortale.

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