Gli stabilimenti di Fca a Melfi (Foto LaPresse)

Di Maio giubila per i guai scampati

Redazione

Non c’è niente da festeggiare se Fca resta in Italia dopo averla respinta

Se è legittimo festeggiare uno scampato pericolo, allora il ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, ha buone ragioni di esultare dopo che l’ad di Fiat-Chrysler Automobiles ha confermato che investirà 5 miliardi di euro in Italia. Tuttavia non c’è nessuna novità. Il piano di investimenti di Fca era stato annunciato a novembre ed era stato messo in stand by all’inizio di quest’anno dopo che il governo aveva annunciato un provvedimento, soprannominato “eco-tassa”, che è una tassa sulle automobili a combustione tradizionale per incentivare l’acquisto di automobili elettriche. Purtroppo l’Italia produce solamente automobili a combustione e non ha produttori di automobili elettriche che sono solo all’estero. L’errore è simile a quello visto negli anni Ottanta per cui l’Italia ha ceduto la tecnologia per la produzione di pannelli solari ai cinesi per poi successivamente comprarli dalla Cina facendo pagare il sussidio in bolletta alla collettività.

 

Fatta questa premessa non ci sarebbe granché da esultare perché l’errore strategico rimane, dal momento che l’ecotassa è in vigore dall’inizio di questo mese. Se Fca dice di non rinunciare agli investimenti è solo perché i progetti per realizzarli restano ancora abbastanza vaghi e, di certo, per chiarezza non sono paragonabili a quelli appena annunciati a Detroit, 5,4 miliardi di dollari con la creazione di 6.500 nuovi posti di lavoro. L’ad Manley ha smentito le indiscrezioni sulla volontà di liberarsi di Maserati e al Salone dell’auto di Ginevra ha presentato tre modelli ibridi plug-in, due a marchio Jeep e uno Alfa Romeo, e una concept car a marchio Fiat per la mobilità elettrica. È poi possibile una alleanza con il gruppo francese Psa che ambisce, dopo anni tormentati, a tornare negli Stati Uniti. Non ci sarà da esultare finché Di Maio non dimostrerà di avere intenzione di attirare investimenti in Italia e non di farli fuggire. Con Fca forse il pericolo è scampato, ma è appena sotto il minimo necessario.

Di più su questi argomenti: