Gli stimoli bisogna saperli prendere
Draghi anticipa altri finanziamenti alle banche con un pensierino all’Italia
Con sapienza politica Mario Draghi ha fatto molto di più di quanto atteso dagli analisti annunciando ieri che la Banca centrale europea dispiegherà il terzo programma di finanziamento alle banche dell’Eurozona (Tltro) e che i tassi resteranno ai minimi storici almeno fino alla fine del prossimo anno. Gli osservatori si aspettavano un annuncio a giugno anche perché la Bce, fino a due mesi fa, aveva una visione bonaria sulle condizioni economiche dell’area euro che, pur in deterioramento, non destavano preoccupazione né, quindi, rendevano necessario l’annuncio di nuovi stimoli.
La situazione ora è cambiata anche per la Bce: con le previsioni di crescita riviste ieri al ribasso, per il 2019 e per i due anni successivi, Francoforte ritiene necessario continuare a sostenere l’economia nonostante sia appena terminato, dopo quattro anni, il grande piano di stimoli, Quantitative easing. Per questo gli investitori hanno reagito con vendite in Borsa, vedendo nella mossa anticipata della Bce la spia di un peggioramento del quadro macroeconomico (alcune banche inoltre si aspettavano un sostegno maggiore da parte della Bce).
Di certo questa volta alla Bce non si potrà imputare di avere agito in ritardo. Né Draghi potrà sentirsi dire dai commentatori tedeschi di avere aiutato le banche italiane, che hanno beneficiato più di altre del precedente round di finanziamento Bce, perché l’annuncio è avvenuto prima di turbolente elezioni europee nelle quali l’Italia potrebbe gettare discredito sulle istituzioni comunitarie e peggiorare la sua condizione di isolamento. E sopratutto perché, come ha detto ieri Draghi, l’Italia è “certamente uno dei fattori” che pesano sul rallentamento continentale insieme a un calo di fiducia degli investitori. Il nuovo piano di Tltro inizierà a settembre e durerà fino al marzo 2021 con lo scopo di garantire liquidità a basso costo alle banche in modo da mantenere accettabili livelli di prestiti alle imprese e alle famiglie. Tuttavia se le condizioni interne italiane non renderanno conveniente investire nel paese anche la liquidità della Bce rischia di finire in un secchio bucato.