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Boeing giù per terra

Redazione

Anche Trump affossa il costruttore americano sotto accusa

Il costruttore americano Boeing aveva in programma di presentare il nuovo 777X, ma ha posticipato l’evento dopo che un altro suo nuovo Boeing 737 Max è precipitato domenica in Etiopia, uccidendo i 157 passeggeri a bordo. Non capita spesso che gli incidenti aerei spaventino gli investitori, ma in questo caso sì.

 

Il titolo Boeing ha perso oltre il 10 per cento a Wall Street dal giorno della tragedia. Benché le cause non siano ancora state chiarite dalla analisi della scatola nera – la Germania si rifiuta di analizzarla – la lista dei paesi che hanno deciso di mettere a terra quel modello di aeroplano si sta allungando producendo un danno reputazionale notevole per la compagnia americana, considerata all’apice dell’avanguardia tecnologica nel campo.

 

La Cina aveva approfittato subito del disastro, in clima di guerra commerciale con Donald Trump, per mettere a terra i suoi Boeing 737 Max. Ma è stata seguita da altri paesi occidentali, ultimo il Canada. L’autorità degli Stati Uniti, la Federal Aviation Administration, non sembrava intenzionata a cedere su eventuali blocchi fino a quando non saranno chiarite le cause dello schianto di Addis Abeba. L’incidente segue di cinque mesi quello di un altro 737 Max in Indonesia. Tuttavia Trump ha annunciato in serata che quel modello resterà a terra anche in America. “La sicurezza degli americani, e di tutti i passeggeri, è la nostra priorità assoluta”, ha detto.

 

Un altro colpo per la società di casa. Infatti pure le compagnie aeree potrebbero chiedere il conto a Boeing. La prima è stata Norwegian, principale cliente europeo del produttore americano, che ha in flotta 18 velivoli costretti a restare a terra. Fino a oggi Boeing ha consegnato circa 350 737 Max nel mondo e di questi oltre 200 sono al momento bloccati per ordine delle autorità aeronautiche e delle compagnie. Le consegne previste sarebbero invece più di 5 mila, ma secondo Bloomberg gli ordini potrebbero essere riconsiderati, causando un danno di circa 55 miliardi al produttore americano. E probabilmente – ma non è scontato – creare un’opportunità per il rivale europeo Airbus, consorzio franco-tedesco.

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