Giù le mani dall'oro
Draghi risponde ai gialloverdi che è la Bce a gestire le riserve auree
Le riserve auree dell’Italia sono gestite dalla Banca centrale europea, come quelle della Germania, della Francia, dell’Olanda e di tutti i paesi che fanno parte dell’Unione in base a un patto che prevede una cessione di sovranità nazionale in cambio di una politica monetaria comune. Nessuno di questi paesi s’è mai sognato di domandarsi di chi sia la proprietà dell’oro delle rispettive Banche centrali semplicemente perché questo concetto non ha senso sulla base dei trattati sottoscritti, anche dall’Italia. Il governo gialloverde, però, lo ha fatto ponendo il problema, attraverso i deputati europei di Lega e M5s, Marco Zanni e Marco Valli. E allora il presidente della Bce Mario Draghi ha chiarito il punto: “La Banca centrale europea ha il pieno diritto di detenere e gestire le riserve in valuta che le vengono trasferite e di utilizzarle per gli scopi indicati nello statuto”, ha scritto nella lettera di risposta a Zanni e Valli pubblicata sul sito della Bce, aggiungendo che “la Banca centrale può assumere decisioni sulla detenzione, il mantenimento, la cessione, la negoziazione e la gestione giornaliera nonché a lungo termine delle riserve ufficiali”.
Basando la replica sul concetto di diritto a gestire le riserve auree e non su quello di proprietà, però, è possibile che Draghi non abbia soddisfatto l’attesa del presidente leghista della Commissione bilancio Claudio Borghi, secondo cui occorre una legge per certificare l’appartenenza dell’oro allo stato (inteso come governo). Nel suo ragionamento, Borghi trascura volutamente un passaggio: fare una legge simile equivarrebbe a mettere un patrimonio della Banca d’Italia nelle mani di un qualsivoglia governo – e ancor di più di quello a trazione Lega-Cinque Stelle che non mostra grande simpatia per l’eurozona – che potrebbe avere la tentazione di vendere un pezzo d’oro ogni volta che c’è un’emergenza di finanza pubblica che, invece, deve essere affrontata con una gestione più oculata e nel rispetto di regole condivise con altri paesi. Insomma, nel concetto di condivisione di sovranità attraverso la Bce c’è anche l’idea che il governo non ha a sua disposizione le riserve auree. Ed è questa la garanzia che non verranno vendute per pagare spesa elettorale.