La paura fa 9 euro all'ora
Il Pd non dovrebbe aggiustare il salario di propaganda grillino ma censurarlo
Se c’è una cosa che in Italia cresce più velocemente del pil (fermo) sono le proposte per introdurre il salario minimo. Sono in discussione presso la commissione Lavoro del Senato la proposta grillina (prima firmataria la presidente di commissione Catalfo) e quella offerta dal Pd, elaborata dall’economista Tommaso Nannicini, nella quale sono di fatto collassate le proposte precedenti Delrio-Gribaudo e Laus. In questo modo, secondo il segretario Nicola Zingaretti, sarà possibile “spiazzare” il Movimento 5 stelle. Più che altro, però, il Pd sembra correre all’inseguimento dei grillini: follower, anziché forza di opposizione, su un tema che il M5s cavalca meglio in quanto pieno di navigati scavezzacollo. La proposta della senatrice Nunzia Catalfo sta infatti a metà tra il propagandistico e il potenzialmente dannoso: si propone un salario minimo orario di 9 euro al lordo degli oneri contributivi e previdenziali. Una proposta che preoccupa i sindacati. Fissare la paga oraria per legge, per la sola parte retributiva, può incentivare le imprese a uscire dai contratti nazionali. I contratti possono fissare il costo del lavoratore per l’azienda a un livello più alto rispetto al minimo proposto perché l’azienda deve pagare, ad esempio, ferie, malattia, lavoro domenicale, welfare contrattuale. La proposta del Pd è senza numeri ed è ragionevole perché ciò evita appunto effetti negativi, e si prefigge di aggiustare il salario minimo sulla base dei contratti nazionali in essere, che coprono l’85 per cento dei lavoratori, in accordo con i sindacati confederali, che quindi conserverebbero il “monopolio” della contrattazione. Probabilmente non cambierebbe nulla in busta paga, ma sarebbe evitato un danno causato dall’idea grillina di “dare un numero” – i 9 euro all’ora – da spendere in campagna elettorale per le europee. Fu peraltro il Pd a dare i numeri nella campagna per le politiche dell’anno scorso, fissando proprio la soglia della retribuzione oraria di 9 euro – però netti – ora replicata dal M5s. Bene che il Pd fermi il delirio, ma è appena il caso di interrogarsi sulla opportunità di evitare di “dire qualcosa di sinistra” per rincorrere una proposta instabile del M5s quando invece basterebbe censurarla in Aula.