L'ingannapopolo arriva in città
Perché Taranto non si beve le non-novità di Di Maio su Ilva e ambiente
Dovevano farsi proteggere dal popolo e invece per la prima volta Taranto è stata blindata da una “zona rossa” con massiccia presenza delle forze di polizia nel centro città in occasione della calata dei magnifici cinque ministri Di Maio (Sviluppo e Lavoro), Grillo (Salute), Lezzi (Sud), Costa (Ambiente) e Bonisoli (Cultura). Un sit-in di protesta con un centinaio di persone dei movimenti e delle associazioni ambientaliste (ex amici dei 5 stelle) li ha accolti a poca distanza della prefettura, sede del vertice, e verso Di Maio si sono levati cori cordiali “DiMaio-Di Maio-vaffa…” e “Ingannapopolo”. I “vaffa” prima o poi tornano indietro, d’altronde Taranto si è sentita tradita dalle promesse del M5s che aveva detto di volere chiudere l’Ilva e poi l’ha passata ad ArcelorMittal che ha ricominciato la produzione e aumentato le emissioni a inizio anno.
A Taranto il M5s ha avuto un tracollo verticale, è sparito dal Consiglio comunale ed è oggetto di proteste. Per Di Maio la visita non era delle più facili, ovviamente. E ha dovuto dimostrare grandi cambiamenti senza in realtà cambiare nulla. Avere cambiato i commissari dell’Ilva in amministrazione straordinaria alla vigilia del vertice è stato propagandato come indice di attivismo rispetto alle bonifiche che competono alla triade commissariale. Nel
A Taranto il M5s ha avuto un tracollo verticale, è sparito dal Consiglio comunale ed è oggetto di proteste. Per Di Maio la visita non era delle più facili, ovviamente. E ha dovuto dimostrare grandi cambiamenti senza in realtà cambiare nulla. Avere cambiato i commissari dell’Ilva in amministrazione straordinaria alla vigilia del vertice è stato propagandato come indice di attivismo rispetto alle bonifiche che competono alla triade commissariale. Nel ">decreto crescita è stata, dice il governo, eliminata l’immunità penale per ArcelorMittal di cui in precedenza godevano anche i commissari. In realtà l’immunità coincide temporalmente con la realizzazione del piano ambientale al 2023, e riguarda il raggiungimento degli obiettivi già previsti nell’Aia. Nulla cambia. Una decisione diversa avrebbe come risultato quello di determinare l’abbandono dello stabilimento da parte del colosso siderurgico, certo non incline a vedersi oggetto di inchieste giudiziarie come i predecessori, i Riva. È spuntato un miliardo per le bonifiche, ma non si capisce da dove arrivi. Ha ragione, per una volta, Michele Emiliano che uscendo dall’incontro ha detto: “Di Maio ha fatto una rappresentazione onesta. Ha detto: non porto progetti nuovi, idee nuove, soldi nuovi”. L’importante era dare l’impressione di farlo.