Primo maggio di contrizione
I sindacati dovrebbero riflettere per avere dato copertura ai populisti
La manifestazione del Primo maggio per la festa dei lavoratori può essere occasione per i sindacati confederali di meditare su come abbiano aiutato a costruire il consenso del governo contro il quale protesteranno mercoledì in piazza a Bologna.La radicalizzazione sociale post crisi economica è stata gestita dai sindacati, dalla Cgil in particolare, con le stesse rivendicazioni dei movimenti populisti, ovvero cercando di attingere a qualsiasi umore negativo (anche al di fuori del merito sindacale). La Cgil si è messa contro tutte le riforme del governo Renzi, e prima delle elezioni ha portato in piazza i pensionati insieme a Cisl e Uil. E’ difficile dire che non abbia fornito il piombo per costruire i proiettili usati da questo governo, dalla demolizione della riforma Fornero all’introduzione di quota cento passando per il reddito di cittadinanza. La Cgil prima di Camusso e poi di Landini è andata ben oltre le rivendicazioni sindacali con l’idea di favorire una forza politica a sinistra del Pd, un errore che ha avuto come risultato quello di dare copertura a M5s e Lega aumentandone il consenso. Non a caso, se la dirigenza Cgil preferiva Leu, la base sindacale per un terzo ha votato i pentastellati e per circa il 10 per cento la Lega. La logica della semplificazione accomuna i populisti e il sindacato landiniano nella convinzione che basti una politica di spesa per rilanciare l’economia senza l’idea di coniugare la redistribuzione con politiche di crescita e di sviluppo. Ora Landini si limita a dire quello che devono fare gli altri – lo stato deve investire, gli industriali devono investire – e così il sindacato si emancipa dal dovere di proporre una politica contrattuale capace di fare crescere la produttività e premiare le competenze di chi lavora. L’idea che radicalizzando le rivendicazioni e contrastando il centrosinistra si sviluppasse un’area politica di sinistra è stata smentita dai fatti. Eppure la tentazione appare ancora quella di fornire un appoggio a chi nel M5s volesse distaccarsi dalla Lega di Salvini. Il Primo maggio sia occasione per riflettere sulla complicità del sindacato più grande d’Italia nell’aver lasciato che il mostro prendesse vigore.