La quota 200 di Savona
Così il presidente Consob spaventa gli investitori invece di rassicurarli
Se il discorso annuale del presidente della Consob è un appuntamento che dovrebbe servire a comunicare al mercato quanto sia conveniente investire in Italia, la speranza è che gli investitori nazionali e internazionali non l’abbiano letto o ascoltato. Era il primo discorso dell’ex ministro Paolo Savona, che avrebbe dovuto tracciare le linee guida del suo settennato e di come abbia intenzione di riformare l’Authority, e che invece ha riguardato poco i compiti istituzionali della Commissione per la Borsa. In un momento di grande difficoltà dell’economia, che viene da un anno di fuga di risparmiatori e investitori preoccupati per il rischio paese a causa di una dinamica insostenibile del debito pubblico, il nuovo presidente della Consob, per tranquillizzare il mercato, ha detto che l’Italia è sotto assedio da parte di stranieri e collaborazionisti cattivi (“i giudizi negativi non di rado espressi da istituzioni sovranazionali, enti nazionali e centri privati appaiono prossimi a pregiudizi”). Poi ha aggiunto che i mercati sbagliano perché usano basi parametriche convenzionali (“una tale prassi si riflette in giudizi negativi sulla solidità del nostro debito pubblico”); che bisogna cambiare metodo di calcolo del pil (“valutando singolarmente le diverse componenti”); che l’Europa favorisce la speculazione contro l’Italia (“che non di rado trova alimento nell’attitudine delle autorità a usare il mercato come vincolo esterno per indurre gli stati membri a rispettare i parametri fiscali”); che lui conosce un metodo per abbattere il debito pubblico gratis (“le tecniche per farlo esistono senza costi per nessuno e con vantaggi per tutti”); ma che allo stesso tempo però il debito può arrivare anche al “200 per cento rispetto al pil”. Infine, per non farsi mancare nulla, Savona propone una riforma dell’Esm (European stability mechanism) volta a creare un safe asset che dovrebbe finanziare il debito pubblico degli stati come l’Italia. Più che un discorso del presidente di un’Authority al mercato, è un programma di governo anti euro. Il rischio è che i risparmiatori che lo hanno ascoltato decidano di portare i risparmi da un’altra parte: in un safe harbor.