Matteo Salvini (foto LaPresse)

La differenza tra i minibot e le Olimpiadi

Redazione

Ascoltare il nord per capire che, se gioca con la realtà, la Lega fa danni

Fa effetto scorrere il catalogo dei divertissement salviniani in materia di conti dello stato, dai minibot alla flat tax passando per le promesse ormai in cavalleria quali l’abolizione delle accise sui carburanti e quelle defunte tipo le emissioni di titoli pubblici riservati agli italiani; scorrere questo catalogo, appunto, e magari paragonarlo al pragmatismo buongovernista con il quale sulla candidatura olimpica di Milano-Cortina due presidenti di regione della Lega (il lombardo Attilio Fontana e il veneto Luca Zaia), oltre al sottosegretario a Palazzo Chigi Giancarlo Giorgetti, hanno fin da subito collaborato con il sindaco Pd di Milano Beppe Sala.

 

Finora le grandi idee economiche di Matteo Salvini e del suo inner circle dei Borghi, Bagnai, Rinaldi, Siri si sono rivelate o illusioni – ridurre le tasse è necessario, peccato manchino i soldi per evitare un’altra crisi stile 2011 se non il default – o proposte, come i minibot, che a quanto pare fanno ridere, o fanno schifo a una parte consistente della stessa Lega (anche se Salvini ieri li ha ancora una volta rivendicati). Ieri dopo aver portato a casa il successo delle Olimpiadi invernali 2026, Malagò ha detto una cosa che si applica allo sport, ma che a ben vedere si applica alla politica. “I sindaci di Milano e Cortina mi hanno dato fiducia, la sindaca di Roma no. Tutto qui”. Al di là dei sassi nelle scarpe del capo del Coni per la mancata candidatura olimpica di Roma che comunque la si valuti è frutto della tara ideologica dei 5 stelle, in quelle poche parole c’è un messaggio recapitato alla Lega, e al Pd. E cioè: se chi si intende di governo, tanto “sul territorio” quanto nazionale, riesce a collaborare, i risultati arrivano. Se si ingaggia una gara al rialzo nazionalpopulista tra chi la spara più grossa, ci si schianta contro la realtà. Questo vale per le tasse, l’Europa, il lavoro, il debito e infine lo sport. Milano è un modello, ma anche la Lega lombardo-veneta è un modello. I 5 stelle sono un luna park. Salvini può decidere se continuare a ciondolare tra i baracconi o farsi una full immersion su al nord, e capire che la priorità dell’Italia è sbarazzarsi di questo governo e andare a votare. E più Salvini tergiverserà e più dimostrerà di avere qualcosa da nascondere.

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