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Giù le mani dall'oro della Banca d'Italia

Redazione

Borghi e Reuters non hanno capito bene il parere della Bce sulle riserve auree

“Vittoria”, dice il responsabile economico della Lega e presidente della commissione Bilancio Claudio Borghi: “Ok da Bce alla nostra proposta su proprietà riserve auree di Bankitalia”. Il riferimento è al parere di Mario Draghi, richiesto dalla Camera, su alcune proposte di legge che riguardano l’assetto proprietario e le riserve auree della Banca d’Italia. Alla stessa conclusione di Borghi giunge la Reuters, che parla di un “sostanziale via libera” della Bce alla proposta di legge “della Lega che cerca di precisare che le riserve auree detenute da Palazzo Koch appartengono allo stato, e non alla banca stessa”. Se così fosse ci sarebbe da preoccuparsi, perché nell’ottica della Lega e di Borghi la proprietà statale sulle riserve auree servirebbe a sottrarle alla Banca d’Italia (e quindi alla Bce e all’Eurosistema) per non saldare i debiti sul sistema Target 2 in caso di uscita dall’euro. Ma non è così. La ricostruzione di Borghi e della Reuters è sbagliata.

 

Perché la Bce, come scritto sul Foglio di ieri, ha bocciato la proposta di Borghi. Secondo Draghi il riferimento nel testo alla Banca d’Italia che agisce “esclusivamente” in qualità di depositario è incompatibile con i trattati perché limita l’indipendenza della Banca centrale nazionale nella detenzione e gestione delle riserve. Inoltre, la Bce precisa che, in ogni caso, anche modificando questa parte del testo, le riserve non possono essere trasferite dallo stato patrimoniale della Banca d’Italia allo stato perché sarebbe un finanziamento al settore pubblico, e quindi una violazione dei trattati. In pratica la Bce, pur non entrando nel merito della definizione del concetto di “proprietà”, dice che le riserve auree devono essere detenute, gestite e iscritte nel bilancio della Banca d’Italia. Cosa implicano questi compiti assegnati dai trattati europei? Lo ha spiegato, in maniera più esplicita della Bce, il governatore Ignazio Visco nella relazione all’Assemblea dello scorso marzo: “Il Trattato, prescindendo dalle specificità delle normative nazionali, fa riferimento al compito di detenere e gestire le riserve: nel nostro ordinamento tale assetto si realizza con il diritto di proprietà”. Così è più chiaro?