I danni del grillismo alle imprese
Il caso Atlantia e lo stato che rischia 20 miliardi. C’è un piano B?
Il braccio di ferro tra M5s e Lega sulla revoca della concessione autostradale ad Atlantia, società italiana leader mondiale nella gestione delle infrastrutture di trasporto (opera in 16 paesi con 37 mila dipendenti e un fatturato di oltre 11 miliardi), dimostra quanto sia ideologico l’approccio del governo gialloverde al mondo delle imprese. Eppure, il rischio per lo stato è infilarsi in un contenzioso senza fine con il rischio di sborsare 20 miliardi a titolo di risarcimento, come alcuni analisti finanziari hanno stimato. A proporre la revoca della concessione è stato il ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli, il quale dice che presenterà nei prossimi giorni un parere giuridico di un team di consulenti del ministero delle Infrastrutture sulle presunte inadempienze del gestore autostradale nel crollo del Ponte Morandi tali da portare alla “caducazione del contratto”.
Al contrario, la Lega propenderebbe per trovare un accordo con la società che includa anche il salvataggio di Alitalia, consapevole che, oltre al contenzioso, esiste il rischio di rallentare gli investimenti previsti sulla rete autostradale, pari a 10 miliardi, con iter autorizzativi completati e bloccati per motivi politici. Tutto questo in una fase caratterizzata dalla diminuzione degli investimenti privati e dal crollo di quelli pubblici. E’ forse il caso di ricordare il rispetto delle regole in uno stato di diritto, visto che sui fatti di Genova è in corso un procedimento giudiziario e che nessuna causa oggettiva del crollo è stata individuata. Se mai lo fosse, Atlantia ne dovrebbe rispondere. Ma per ora la richiesta di Toninelli è basata su un presupposto ideologico e alimenta l’incertezza su un importante gruppo industriale (che ieri ha perso il 4 per cento in Borsa). Non è escluso, però, che possa esserci un piano B. Di fronte all’opposizione della Lega, potrebbe scattare la richiesta di revoca della sola tratta A10 (45 km) che include il ponte di Genova. Ma essendo la concessione unica per tutta la tratta sarebbe necessario un accordo con Atlantia. Se si sta aprendo un tavolo di trattative, farlo sulla pelle di un’azienda non è una buona idea.