Paolo Savona (foto LaPresse)

La Consob nella caverna di Savona

Redazione

Per tutelare i risparmiatori occorre punire i governi che giocano con le Borse

Nel suo primo discorso al mercato, il nuovo presidente della Consob Paolo Savona aveva detto di voler tirare fuori l’Italia dalla “caverna di Socrate”, quella in cui penetrano luci fioche che “proiettano sulle pareti un’immagine distorta della realtà”. Nelle ultime settimane sono state proiettate ripetute dichiarazioni del vicepremier Luigi Di Maio che, senza fornire un quadro trasparente, hanno presentato ai mercati un’immagine quantomeno distorta di una società quotata: Atlantia.

 

Non è il caso di entrare nel merito del contenzioso sul crollo del ponte di Genova, che dovrebbe seguire il suo percorso amministrativo ed eventualmente giudiziario. Il problema è di metodo e di merito. L’attacco di Di Maio è avvenuto a mercati aperti, nei confronti di una società che formalmente non è titolare della concessione (quella è Aspi), definendola “decotta” (quindi anticipando l’effetto di un procedimento amministrativo non ancora concluso). Nei giorni successivi sono stati fatti filtrare sulla stampa stralci della relazione della commissione ministeriale senza che la controparte ne fosse a conoscenza, fornendo tra l’altro ai risparmiatori informazioni parziali.

 

  

Poi il ministro dello Sviluppo ha diffuso un video contro Aspi, la titolare della concessione, contenente informazioni false e manipolazioni. Cosa pensa di fare la Consob per tutelare tutti i risparmiatori, che non hanno alcuna responsabilità, dalle informazioni distorte che manipolano l’andamento dei titoli e il funzionamento del mercato? Lo scorso 18 maggio, in seguito a dichiarazioni incendiarie di politici sul titolo Mps, l’ex presidente Mario Nava intervenne con una nota che invitava “chi svolge funzioni pubbliche” a “particolare cautela” quando esprime opinioni su società quotate e di farlo “a mercati chiusi” per “minimizzare l’impatto”. Sulla base di quelle raccomandazioni la Consob potrebbe dare una sanzione, quantomeno, effettuare un richiamo. Ma forse l’Authority che vigila sui mercati dovrebbe attivarsi per verificare se c’è stata una turbativa del mercato che ha penalizzato risparmiatori e investitori istituzionali che in questa vicenda non hanno alcuna responsabilità. Insomma, sarebbe il caso di uscire dalla caverna.

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