Viva la competizione fiscale

Redazione

L’Italia diventa il sogno dei calciatori grazie a leggi di cui parlano solo all’estero

In principio era stata la Brexit e l’idea di approfittare del riposizionamento di alcune funzioni e istituzioni in uscita da Londra verso altre capitali europee a convincere i governi Renzi e Gentiloni a creare un regime fiscale accogliente per chi voleva trasferire la residenza in Italia. Lo spirito del decreto per il rientro dei cervelli, ma anche quello per l’attrazione dei Paperoni stranieri, è sempre stato quello di favorire l’arrivo di “capitale umano” che potesse contribuire allo sviluppo del nostro paese, che ogni anno vede migliaia di giovani laureati emigrare all’estero in cerca di lavoro.

   

Ai paladini dell’equità fiscale almeno si poteva replicare che la sperequazione imposta agli italiani che pagano regolari aliquote Irpef sarebbe stata ricompensata dalla gioia di veder tornare a casa i propri figli o di veder arrivare scienziati, professori e banchieri che portano in dote un patrimonio di conoscenze professionali acquisito in altri paesi. Ora, però, il decreto crescita approvato dal Parlamento ha talmente ampliato le maglie di questo regime agevolato per stranieri da mettere l’Italia nelle condizioni di essere un concorrente fiscale molto aggressivo nei confronti di altri paesi europei e di diventare praticamente un paradiso per i calciatori.

 

Se già Cristiano Ronaldo ha potuto beneficiare della flat tax per i ricchi sui redditi prodotti all’estero nel 2017, diversi sono i giocatori che possono rientrare nei nuovi sconti. E’ il caso del nuovo difensore dell’Inter, Diego Godin, e dei centrocampisti della Juve Adrien Rabiot e Aaron Ramsey, che avrebbero sulla carta i requisiti per pagare la metà delle tasse nella prossima dichiarazione dei redditi essendo stati all’estero per due anni. Si è creato un sistema fiscale per i rimpatriati particolarmente favorevole che garantisce alla macrocategoria degli sportivi un prelievo sul 50 per cento del reddito imponibile e che innalza dal 50 al 70 per cento lo sconto per i rimpatriati. Una cosa simile riguarda la flat tax al 7 per cento per i pensionati residenti all’estero che si trasferiscono in Italia. E’ la concorrenza fiscale, quella contro cui protesta in Europa il governo italiano, che però ha deciso di usare per attirare sportivi e pensionati.

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